Cultura

Live Report: Maratona ”La rivoluzione è un lavoro poetico”

Live Report: Officina Pasolini, ”La rivoluzione è un lavoro poetico”

ragazzi-ragazze-boys-girls

Dall’era dell’acquario non si sente niente. C’è un rumore ottuso di cui percepiamo solo l’apparenza. È quasi un fastidio.

Nell’era dell’acquario ci si abitua a tutto e tutto, inesorabilmente, scorre davanti ai nostri occhi. Nel frattempo, attorno non rimane niente.

Il presente passa, il passato si scorda e il futuro è un grido delle generazioni.

Un grido dolente e feroce che cerca di crepare l’acquario.

Quel grido è quasi un dono, perché dalle crepe è possibile sentire e assorbire il rumore.

Donna, Vita, Libertà

Quella crepa l’ha segnata la morte di Jina Mahsa Amini a Teheran lo scorso 16 settembre.

Una crepa sporca di sangue da cui si è alzato forte il grido di chi, come lei, vuole costruire un futuro diverso e non solo immaginarselo.

Per allargare la crepa e squarciare il telo nero che l’era dell’acquario appoggia su ciò a cui ci abituiamo, sono necessarie serate come quella che il 18 febbraio scorso ha animato il Teatro Eduardo De Filippo di Officina Pasolini.

Una maratona di musica e parole per riflettere su quanto vediamo senza sentire, o quanto sentiamo senza vedere, dall’Iran. 

Sulla scia di quel grido in curdo, “Jin, Jîyan, Azadî” (Donna, Vita, Libertà), accompagnato dalle donne di mezzo mondo, l’Hub culturale della Regione Lazio in collaborazione con Amnesty International Italia, Alice nella città e Teatro Trianon Viviani, ha ospitato musicisti, cantanti e attori.

Il tutto per chiedere la cessazione delle esecuzioni capitali e la liberazione dei manifestanti arrestati dalla teocrazia iraniana.

Dal palco sono arrivate voci, testimonianze e racconti di un mondo altro che tocca vette di assurdità impensabili. Un mondo senza diritti. 

Testimonianze, immagini, canzoni e storie per ribadire che il mondo va abitato, sì, ma bisogna scegliere da che parte stare.

ragazzo-boy-musicista-musician-singing-canto-niccolò-fabi
Niccolò Fabi

“La rivoluzione è un lavoro poetico”

La serata, anticipata dalla proiezione del film “Radiograph of a Family”, storia familiare autobiografica della regista iraniana Firouzeh Khosrovani, si apre con un monologo di Tosca che porta in vetta il motto della serata, “La rivoluzione è un lavoro poetico“.

Una frase del poeta tunisino Awlad Ahmad che collega la rivoluzione iraniana alle primavere arabe e a quei movimenti nati per far cadere le dittature.

Rivoluzioni che parlano una lingua comune: quella dei diritti calpestati e cancellati.

E che offrono uno spettacolo simile, l’esposizione sacrificale dei corpi e delle proprie forze per sperare di vederli riconosciuti, quei diritti.

Tosca dedica la sua ouverture e l’intera serata alla memoria di Lina Ben Mhenni, attivista tunisina morta a 36 anni e comparsa anche nel documentario “Il suono della voce”. 

L’ouverture continua con Leila e Sara Shirvani che suonano alcuni brani strumentali e fanno da cornice all’intervento della street artist e attacchina romana Laika, che raffigura il poster comparso in città nel novembre scorso per omaggiare la lotta delle iraniane.

La prima lettura è affidata a Edoardo Purgatori e Andrea Bosca.

I testi che prendono voce sul palco sono testimonianze dello scrittore iraniano di adozione torinese Hamid Ziarati.

Purgatori e Bosca raccontano il sottobosco da cui sono nate le proteste di oggi.

Dal biennio 1978-1979 alla nascita delle SS di Khomeini, dall’obbligo dell’hijab alle frustate: “arresta, tortura, uccide et impera“.

L’alternanza tra attori e musicisti è solida, ben costruita e ben legata dalle conduttrici Martina Martorano e Valentina Petrini.

Anzi, spesso è un incastro di voci e forme diverse, dirette tutte verso lo stesso punto di vista: alzare il grido.

Margherita Vicario, accompagnata al pianoforte da Cristiana Della Vecchia, canta “Come noi”, canzone sull’umanità.

Antonella Attili, affiancata dai suoni eterei di Roberto Angelini, racconta la storia del rapper iraniano Toomaj Salehi, in isolamento da più di 100 giorni per aver sparso “corruzione sulla terra” e condannato all’impiccagione.

Il reato? Aver pubblicato sul suo profilo Instagram la canzone “Bazmande”, “sopravvissuto”.

Salehi è sopravvissuto alle rivolte del 2019 per l’aumento del prezzo della benzina.

Angelini rimane sul palco per accompagnare Niccolò Fabi in una versione sussurrata di “Una somma di piccole cose”.

I 2 fanno poi da fondale sonico a Valentina Lodovini che porta sul palco le storie dal carcere di Evin e l’atroce procedura della lapidazione. Un angolo di inferno.

Donne e uomini uccisi a sassate da folle in delirio per il Dio che era nato come portatore di pace e si è trasformato nella più becera causa di omicidio e delitto.

Una ciocca di capelli fuori posto

Maria Pia De Vito con Giacomo Ancillotto alla chitarra canta un brano di Kate Bush e inserisce in coda “People Have The Power” di Patti Smith, vocalizzando sulla lettura di Federica Sabatini.

La Nadia di “Suburra” racconta di Donya Rad, arrestata a 37 anni dopo aver postato su Twitter una foto che ritrae lei e un’amica mentre fanno colazione in un bar senza hijab.

Masha Amini era morta da 2 settimane.

Toccante l’intervento di Iris Michelle e Francesca Feci, struggente la lettura di Rocco Papaleo, accompagnato da Daniele Silvestri al pianoforte.

L’attore lucano racconta la storia da cui tutto è partito. Quella di Mahsa Amini, accusata di andare in giro “mal velata” e morta di botte dopo 3 giorni di coma.

Morta per una ciocca di capelli fuori posto.

La crepa che “segna il destino catastrofico della diga che non può più contrastare la spinta“.

Papaleo si emoziona durante la lettura, si ferma. L’applauso del pubblico è inevitabile per accompagnare le parole dolenti che formano immagini quasi (quasi) impensabili per gli occidentali moderni.

Che seppur nelle tiepide temperature del Mediterraneo si ritrovano spesso a manifestare per i propri diritti.

E paradossalmente per quello più terreno di tutti: la libertà di espressione.

Di questo parla “A bocca chiusa”, che Silvestri intona al pianoforte.

Violante Placido racconta l’arresto delle giornaliste Niloofar Hamedi, rea di aver postato su Twitter la foto di Mahsa Amini in coma, ed Elahe Mohammadi, che ha documentato la prima protesta durante quel funerale che il regime avrebbe voluto celebrare di notte, nel silenzio.

Gli Ayatollah puniscono non solo la libera espressione di sé ma anche il libero pensiero, arrestando e facendo letteralmente sparire i giornalisti.

A chiusura del suo intervento l’attrice romana, che sulla t-shirt bianca riporta lo slogan “Woman, life, freedom“, imbraccia la chitarra e suona un pezzo di Yoko Ono, omaggiandola per i suoi 90 anni.

Joe Barbieri regala al pubblico una sua personalissima versione di “No, woman no cry” e ribadisce l’importanza di scegliere da che parte stare. 

ragazza-girl-actress-attrice
Valentina Lodovini

“Non possiamo non fare niente”

La serata ospitata da Officina Pasolini è gemella di quella che Marisa Laurito ha organizzato lo scorso gennaio al Teatro Trianon Viviani di Napoli, da lei diretto, accompagnandola con una petizione su Change.org.

L’attrice napoletana sottolinea con veemenza la necessità di un intervento delle istituzioni italiane ed europee.

Ribadendo anche la centralità dell’arte nella sensibilizzazione dell’opinione pubblica: “Non possiamo non fare niente“. 

Laurito poi interpreta il testo di “Libertà”, poesia scritta da Paul Éluard durante la seconda guerra mondiale.

Un inno che Tosca canta, nell’adattamento di Joe Barbieri, con la sua band al completo:

  • Giovanna Famulari al violoncello
  • Massimo De Lorenzi alla chitarra
  • Luca Scorziello alla batteria
  • Fabia Salvucci ai cori e alle percussioni
  • Elisabetta Pasquale al contrabbasso

Nel suo monologo iniziale aveva ricordato che l’Iran, lo stesso Paese che sta sacrificando i diritti del suo popolo in nome di Dio, è firmatario della Dichiarazione universale dei diritti umani del 1948.

A sostenere la battaglia del popolo e a chiedere di interrompere le violenze c’è anche Amnesty International, sul palco con Francesca Corbo che legge un breve testo scritto da Ascanio Celestini.

La maratona prosegue con Raiz accompagnato da Giovanna Famulari e la storia raccontata in prima persona da Elahe Sharudi, cantante iraniana.

Una violenza subita, il divieto di cantare (perché le donne in Iran non possono), gli sfregi con l’acido subiti da altre donne, il suo ripudio per l’Islam e la necessità di dare voce all’ingiustizia. 

La serata si chiude con un palco tutto al femminile. Tosca, Giovanna Famulari, Fabia Salvucci ed Elisabetta Pasquale intonano “Bella ciao” in farsi.

Eaccompagnano l’intervento di Carolina Sisto, Olena Kozinina, Camilla Pujia e Carlotta Procino che leggono alcuni passi di “Leggere Lolita a Teheran” di Azar Nafisi.

Poi al canto di libertà di “Bella ciao” si aggiunge la ninna nanna in ucraino di Olena Kozinina

Sulla scia del primo flash mob napoletano, l’evento romano lancia un ponte con altre città tra cui Taranto, Milano e Torino.

Da Torino, infatti, arriva una mostra allestita all’esterno del Teatro De Filippo.

Una schiera di volti e di nomi a lume di candela, una sorta di sacrario crudele delle vittime del regime.

Un’eco concepita dal coordinamento “Iraniani di Torino”, figli e figlie di esuli iraniani che portano in piazza le storie di ingiustizia del loro Paese di origine.

Quando l’arte e la musica incontrano la società civile i messaggi si fanno più forti.

Intanto, nell’era dell’acquario continuano a scorrere le immagini. Allarghiamo le crepe per sentire le voci, per non abituarci. 

(P. s.: l’immagine dell’era dell’acquario è liberamente ispirata a una canzone dei Baustelle.

Si ringrazia Officina Pasolini per aver fornito a chi scrive il materiale testuale che ha animato la serata).

The Parallel Vision ⚭ _ Daniele Sidonio)
(Foto: © Giovanni Canitano, Umberto Poto e Alberto Treglia – Meta Studio)

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto Twitter

Stai commentando usando il tuo account Twitter. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: