Cultura libri

La letteratura ci salva: Nothomb torna con “Gli aerostati”

#Libri: La letteratura ci salva. Amélie Nothomb torna con “Gli aerostati”

Una catarsi millenaria

La trama

Gli aerostati” di Amélie Nothomb racconta la storia di Ange, una studentessa di filologia di 19 anni molto matura, innamorata della letteratura.

Vive a Bruxelles, lontano da casa, insieme a una coinquilina insopportabile.

Un giorno Ange pubblica un annuncio per dare ripetizioni di grammatica e letteratura a studenti delle superiori. Poco dopo viene contattata da Grégorie Roussaire per aiutare suo figlio Pie, un sedicenne dislessico e problematico che rischia di non superare l’anno scolastico. 

L’espediente di cui si serve l’autrice ricorda “Se una notte d’inverno un viaggiatore” di Italo Calvino, o ancora prima l’episodio di Paolo e Francesca nella “Commedia” dantesca: “galeotto fu il libro e chi lo scrisse”.

Ed è esattamente quanto accade ne “Gli aerostati”: la lettura e il confronto su di essa forniscono le basi per un legame fuori dal comune.

All’interno dei libri che Ange gli consiglia, Pie troverà l’alibi e l’assoluzione per autodeterminarsi. Da Pie, invece, Ange imparerà l’arte di essere giovane.

viso-donna-fiori-piume

Una critica sociale

Amélie Nothomb dissemina all’interno del romanzo alcune critiche alla società contemporanea. Ritornano, ad esempio, le riflessioni sull’uso di Internet da parte delle nuove generazioni, bistrattate e incolpate ingiustamente del loro disinteresse a 360 gradi.

Vivevamo in un’epoca ridicola in cui imporre a un ragazzo di leggere un romanzo per intero era visto come una violazione dei diritti dell’uomo. […] Accusare internet o i videogiochi mi sembrava assurdo quanto attribuire a un programma televisivo la responsabilità della loro disaffezione per lo sport

Pie affronta la tragedia di essere un 16enne incompreso in una famiglia che si rifiuta di riconoscerlo come essere senziente.

Piuttosto, suo padre lo considera una sua proprietà, da controllare esattamente come le azioni societarie di cui si occupa, retaggio del pater familias che continua a sovrapporsi al concetto contemporaneo di papà. 

Il sistema capitalistico stravolge anche le dinamiche familiari. I genitori di Pie non hanno idea di chi sia il figlio, per suo padre l’unico interesse è controllarlo affinché diventi un ingranaggio funzionale tanto quanto gli altri all’interno del sistema.

A Grégorie Roussaire non viene mai in mente di parlare con il figlio, è convinto che sia un teppistello e basta. L’idea di avere una conversazione, di costruire un rapporto con lui, non lo sfiora. Non lo percepisce come un suo dovere. 

Non aveva mai letto un libro! […] I genitori non avrebbero potuto prendere l’iniziativa?

L’incomunicabilità è il grande problema dei Roussaire, specchio della società contemporanea. Disattenti non solo gli uni agli altri, ma anche a ciò che li circonda.

Grégorie Roussaire non ha mai letto un libro anche se possiede un’intera biblioteca curata dai migliori bibliofili. Sua moglie colleziona porcellane su internet, ma rimangono tutte lì, impigliate nella Rete.

Lei non ne ha mai vista o toccata o spolverata neanche una.

La cura maniacale per le apparenze deriva da un infantile bisogno di approvazione da parte dell’altro. Tutto serve per fare buona impressione su ospiti di cui però a nessuno importa davvero. 

La società borghese dell’apparire ha la meglio su quella dell’essere e non può che finire in tragedia. E così, alla fine, sia l’autrice che la protagonista assolvono Pie dalle sue malefatte.

Il finale è catartico per Ange, che può finalmente dedicarsi alla giovinezza, arte che si impara e non numero anagrafico. Ma lo è anche per il lettore e per tutta la società degenerata, disumana e disumanizzante in cui è immerso.

La letteratura ci salverà

Pie è schiacciato da un ambiente di kafkiana memoria, spiato attraverso un finto specchio dal proprio opprimente Big Father.

Attraverso la letteratura, egli non solo trova gli amici che gli mancano (i personaggi in cui si identifica), ma cerca disperatamente di ancorarsi ad Ange, l’unica persona che sembra vederlo.

Allo stesso tempo, però, è la letteratura stessa a fornire a Pie un alibi.

Egli si rende conto che Ange non può salvarlo, proprio identificandosi con un personaggio che non può avere la donna amata. Il testo di una delle canzoni preferite di Pie, “Ease my mind” degli Skrillex, contiene tutto quello che c’è da sapere, ma Ange non può rendersene conto. 

Tutti i grandi testi contengono un’espiazione e degli omicidi

L’atto freudianamente autodeterminante di Pie lo rende addirittura più bello, lo spoglia della goffaggine adolescenziale agli occhi di Ange, che non può fare a meno di capirlo e di giustificarlo, proprio grazie al suo amore per la letteratura.

In poche pagine Amélie Nothomb concentra la storia della letteratura come salvezza dell’uomo.

Attraverso le emozioni veicolate dalla parola scritta, infatti, l’umanità ha saputo affrontare tutti i propri demoni ed autoassolversi da essi. La letteratura non è altro, dunque, che la storia di una catarsi millenaria.

Lo stile

Amélie Nothomb usa uno stile scattante, una prosa ridotta all’osso ma incalzante e molto scorrevole.

La storia sembra sospesa a mezz’aria, come un aerostato appunto, in una dimensione quasi onirica che rifiuta di confrontarsi con il mondo reale anche quando è inevitabile.

L’autrice

Amélie Nothomb, autrice francofona prolifica e molto amata, nasce a Kobe (Giappone) nel 1967. Esordisce in Francia nel 1992 con il romanzo “Igiene dell’assassino” e da allora pubblica un libro all’anno. 

Tra i numerosi premi letterari che ha vinto ci sono il Gran Prix du roman de l’Académie Francaise, il Prix Internet du Livre e il Prix de Flore

Tutti i suoi libri in Italia sono pubblicati da Voland

Scheda del libro

  • Titolo: “Gli aerostati”
  • Autori: Amélie Nothomb
  • Edizioni: Voland
  • Pagine: 128
  • Euro: 16,00
  • Codice EAN: 978-88-6243-417-1

The Parallel Vision ⚭ ­_ Ilaria Alleva)

Lascia un commento