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#Intervista: Carpaneto, “Credo nel potere delle relazioni”

#Intervista: Giulia Carpaneto, “Credo nel potere delle relazioni”

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Giulia Carpaneto

Genovese di nascita, romana d’adozione e con un’importante esperienza formativa a Los Angeles, Giulia Carpaneto si muove con disinvoltura tra teatro, cinema e televisione fin dal 2013.

A 31 anni Giulia può vantare un curriculum d’eccellenza a fianco di personaggi, tra gli altri, come Michele Santoro, Carmine D’Elia, Laura Morante.

E una preziosa attività sociale assieme a Io Scelgo Me, associazione che si occupa di sostenere persone in relazioni famigliari, sentimentali, lavorative violente e abusanti in qualsiasi forma.


Mi racconti da dove nasce la storia artistica di Giulia?

Nasco a Genova nel 1991, mi approccio alla recitazione per gioco e per vincere la timidezza.

Dopo 7 anni di recitazione teatrale in una scuola di Genova, a 19 anni mi trasferisco a Roma e nel 2011 realizzo il mio sogno di entrare in quell’unica Accademia che aveva per me il potere di decidere se avessi davvero del talento: la Silvio D’Amico.

O entro o parto e vado a studiare all’estero”, decido. 

Entro.

Da quanti anni fai questo lavoro? E da allora com’è cambiato il tuo modo di intraprendere iniziative artistiche?

Nel 2013 vengo scelta come protagonista per la prima web serie RaiUna Grande Famiglia – 20 anni prima” di Ivan Silvestrini.

In seguito lavoro con Luca Ribuoli, Carmine D’Elia e Michele Santoro in mini serie tv e con Angelo Longoni e Daniele Salvo in teatro. 

Fra le esperienze di cinema ricordo “Assolo” di Laura Morante per l’attenzione ai dettagli e l’armonia che ho vissuto sul set.

Se girassi un mio film mi piacerebbe che chi lavora con me si sentisse come mi sono sentita io in quell’occasione.

Nel 2018 sono protagonista di un corto, “Rapsodia in blue” di M.C. Salomè, che vince come Best Short a Beverly Hills e mi trasferisco a Los Angeles.

Qui mi formo al Lee Strasberg Institute con il Method Acting.

In quell’occasione partecipo a film indipendenti e cortometraggi.

Conservo tutt’oggi l’amicizia con gli insegnanti e i professionisti incontrati.

Sento di aver appreso, grazie a loro, un modo più efficace di affrontare il lavoro d’attrice.

Domanda retorica (forse): l’emergenza Covid quanto ha inciso sulla tua attività?

Con l’avvento della pandemia nel 2020 e la chiusura di teatri e cinema, qui in Italia, la situazione professionale diventa sofferente.

Ma regala anche l’opportunità di riflettere e di porsi domande importanti sul ruolo della cultura, come sempre quando qualcosa viene a mancarci.

Continuando a formarmi e fare provini, decido di avviare un mio business online di tessuti biologici.

Mi definisco “una fan del pianeta” (anche se non sono ancora vegana faccio del mio meglio).

Con la crew di “Sea Shepard” sto pensando uno spettacolo teatrale che dia voce al nostro mare.

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Che cos’è l’associazione Io Scelgo Me? Di cosa vi occupate?

Da un anno studio counselling alla scuola fondata da Carl Rogers con Alberto Zucconi qui a Roma.

E con un’amica a Milano porto avanti il suo sogno, “Io Scelgo me”, come vicepresidente.

È un’associazione nata nel 2018 dalla generosità e dall’esperienza di Serena Fumaria e da ben oltre 3300 ore di Charity Program a sostegno di persone in relazioni famigliari, sentimentali, lavorative violente e abusanti in qualsiasi forma.

Un gruppo di volontari offre le proprie conoscenze professionali in workshop ogni mese.

E aiuta quotidianamente le persone che scrivono in cerca di ascolto e di un’accoglienza che sono poi per molti il vero innesco e la più grande facilitazione per una rinascita.

Credo molto nel potere delle relazioni e, forse, mi sento di dire sia un po’ quello che manca anche al lavoro di noi attori oggi.

Il tempo di un dialogo con chi dirige e chi scrive, poter conoscere le persone e mettere insieme idee nuove.

Proprio come, stando a quanto mi racconta chi ha visto i tempi d’oro del nostro cinema, accadeva in altre epoche. 

Oggi le prime fasi di selezione avvengono via selftape, uno strumento utile ed economico per le produzioni ma limitante dal punto di vista artistico. 

Comunque sia, ciò che è irrinunciabile, ieri e oggi, è la scrittura.

Finché un progetto è scritto con sapienza allora io farò tutti i selftape che serviranno.

Amo il mio lavoro e crescere con lui.

Mi descriveresti il lavoro artistico di Giulia Carpaneto con un’immagine e con 3 parole?

In un’immagine il lavoro attoriale è come nelle parole di Tennessee Williams, qualcosa di cui si può dire: “Quanto è bello e quanto facilmente può essere rotto”.

In 3 parole il mio è: connessione, istinto, viaggio di ritorno.

The Parallel Vision ⚭ _ Paolo Gresta)

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