Cultura

#Intervista: Claudia Campagnola e l’arte del sorriso contagioso

#Intervista: Claudia Campagnola e l’arte del sorriso contagioso

Claudia Campagnola non ha bisogno di essere presentata!

Volto amatissimo del teatro romano e non, si è resa riconoscibile per il suo sorriso contagioso e l’incredibile professionalità artistica.

Ci siamo regalati un momento per lasciarci contaminare dalla sua energia positiva in questa splendida intervista per The Parallel Vision.

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Claudia Campagnola (foto: Silvia Gerbino)

Claudia, ci conosciamo da diverso tempo: sempre troppo poco, però, per riuscire a raccontare tutte le esperienze artistiche bellissime che affronti e con le quali ti confronti. Claudia Campagnola, attrice, come ti definiresti in un solo aggettivo?  

Tu sei sempre stata affettuosissima con me!!!!!!

Sono soprannominata da alcuni La Tempestiva…. Ma forse quello che mi definisce meglio è ENTUSIASTA.

Claudia, Il teatro, la passione per l’arte: ci vuoi raccontare un po’ di te? Come nasce il tuo “fuoco sacro”?

 È stata la danza la mia prima forma espressiva… Poi durante un momento di inquietudine adolescenziale mi è stato consigliato un corso di Teatro per Gioco.

Da lì ho iniziato davvero a giocare, a giocare con me, con le mie capacità, con le mie sconfitte, con i miei sogni, con le mie fragilità e con le mie paure.

Le regole di questo gioco sono che non smetterò di mettermi alla prova!

C’è stato un evento, un episodio, che ti ha fatto comprendere che la strada del teatro fosse proprio la tua strada?

Lo scelgo ogni giorno, come un compagno di vita, pregi e difetti, questa è la reale conferma.

La tua carriera: come inizia il tuo percorso artistico?

Ho iniziato un Corso biennale per attori professionisti al Teatro de Cocci, Teatro Azione, diretto da Isabella del Bianco e Cristiano Censi e nel frattempo ero iscritta al primo anno di Economia aziendale, per seguire le orme del mio amato papà commercialista.

Ero completamente scissa, andavo al corso di teatro con un approccio da studentessa di economia e in facoltà universitaria con un atteggiamento un po’ naïve da teatrante, un po’ disagiata ma sempre piena di entusiasmo…

Poi al saggio di fine primo anno mi hanno assegnato il ruolo di Sally tratto da “Harry ti presento Sally”, la scena in cui lei simula un orgasmo; tra il pubblico chiaramente tutta la mia famiglia!

Superato quello scoglio, ho pensato che la strada verso la professione sarebbe stata in discesa (ahahahhhahhaha – risata ironica)

Mi sono laureata in fretta in Economia con una tesi sulla gestione teatrale e mi sono lanciata nel mondo del teatro: ovviamente è iniziata la salita (ahaahahhahha – risata consapevole)

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Claudia con Marco Morandi

I tuoi compagni di viaggio: cosa puoi raccontarci?

Mamma mia ormai tanti compagni di viaggio, viaggi brevi, viaggi lunghi, viaggi interrotti, viaggi tempestosi e viaggi con il sole che illumina la strada….

Per condividere un viaggio artistico ci vuole una grande sintonia, stessi bisogni, stessi desideri, stessa voglia di lanciarsi, ci vuole lealtà, senza invidia.

Quando a un compagno di viaggio non devi spiegare dove stiamo andando perché già lo sa. Allora c’è la magia!!

Una delle tue caratteristiche è la gioia con la quale affronti ogni nuova sfida. Che riflessione ti va di condividere con noi?

Mi piace condividere questa frase che ho letto in un libro un mese fa: “La struttura alare del calabrone non è adatta al volo, ma lui non lo sa e vola lo stesso”.

Un misto tra gioia, incoscienza, desiderio, immaginazione, grinta e voglia di stupirsi, questi gli ingredienti che uso per la sfida.

C’è una frase che ti ripeti quando sai che devi portare un progetto a meta con tutta te stessa?

Non giudicarti, vai e fidati di quello che sei e che senti“.

La salita più difficile che hai dovuto affrontare?

C’è stato un momento in cui un progetto in cui credevo più di ogni altra cosa, che in gruppo eravamo riusciti a portare all’apice delle nostre possibilità, è stato bruscamente interrotto, non per mia volontà.

Ho lottato per farlo proseguire, ho cercato soluzioni alternative, le ho provate tutte ma mi sono dovuta arrendere e in quel momento mi sono sentita persa, perché ci avevo investito tutte le mie forze, il mio tempo, le mie prospettive future.

Non sapevo più da che parte cominciare, poi la vita mi ha sorpreso, mi ha fatto un regalo, una sostituzione, prima del debutto, in pochissimo tempo…

Mi ha regalato un ruolo fantastico che mi ha cambiato la vita e mi ha rimesso in gioco interpretativamente in maniera molto più profonda di prima.

È proprio vero che non tutti i mali vengono per nuocere… Bisogna saper cogliervi un’opportunità se la vita ti dà l’occasione!

A cosa stai lavorando attualmente e quali sono i tuoi progetti nel prossimo futuro?

In questo momento sono in scena con “L’accendino Magico” insieme a Greg, Riccardo Graziosi, Vania della Bidia, Lallo Circosta e Roberto Fazioli (lo spettacolo al Teatro Golden è terminato l’11 ottobre, ndr).

Il mio futuro prossimo è di approfondire interpretativamente un progetto nato durante il lockdown che ha debuttato questa estate, un omaggio a Mia Martini: “Chiamatemi mimi” scritto da Paolo Logli che porto in scena con Marco Morandi.

La seconda parte di stagione sarò in tournée con “L’uomo Ideale” insieme a Simone Montedoro e Toni Fornari, se questi tempi ce lo permetteranno!

Quando non sei a teatro, cosa ami fare? Le tue passioni fuori dal palcoscenico!

Mi piace stare con la mia famiglia, mi piace dedicarmi alle persone che amo, mi piace colorare, mi piace giocare a tennis, fare danza, mi piace cantare in macchina, guidare senza meta, dire cretinate e ridere…… Vivere insomma!

Puoi dedicarci un pensiero rispetto al valore dell’arte in generale e del teatro soprattutto, pensando al delicato momento che stiamo affrontando?

In questi momenti sto pensando molto al ruolo del teatro OGGI in questa società, in un momento in cui viene messa a repentaglio anche la possibilità di andare in scena per via delle restrizioni….

Come il teatro può assolvere al suo ruolo sociale ed etico?! Forse ripensando al valore formativo ed educativo? Quindi trovando un modo per parlare ai giovani?!

Non so bene quale sia o sarà la soluzione, me lo sto chiedendo moltissimo, di certo il teatro non smetterà di emozionare.

Un mio insegnante una volta mi disse: “Finché ci sarà gente come te il teatro non morirà“. Non era per farmi un complimento ma per dire che l’amore che ci muove per questa professione ci farà trovare un modo per continuare a raccontare.

A chi vorresti dedicare un pensiero speciale?

A chi si lascia stupire dalla vita e trova il coraggio di affrontare i cambiamenti e renderli una possibilità per crescere e migliorarsi.

A chi è resiliente.

A chi impara ad amarsi.

Ora, in una sola frase, ti chiedo un saluto e di regalarci uno dei tuoi incredibili sorrisi!

È stato bellissimo raccontarsi e stare con voi, che tanto ci incontriamo oggi in questa bella, complessa e illuminante vita, no?!

SORRISO con sotto testo: “mica stavate già pensando al domani“.

SORRISO IRONICO con occhi a cuore!

The Parallel Vision ⚭ _ Raffaella Ceres)

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