Musica

#LiveReport: L’Altroquando Folkstudio in jam session

Domenica sarà Pasqua, quindi il Folkstudio di Altroquando è andato in scena eccezionalmente mercoledì scorso. La cantina era un po’ più vuota del solito, ci si sedeva più facilmente e più comodamente. Il pubblico, più scarno nella quantità, era però ben fornito nella qualità. C’era il solito Gianni Togni, c’era il direttore Paolo Gresta, lo stato maggiore della rivista Chitarre e c’era anche Francesco Arpino, musicista e produttore romano che ha illustrato i suoi prossimi impegni da solista.

E poi c’ero io, ad abbassare il livello, ma a prendere appunti e scattare qualche foto. Come al solito, a sfidarsi sul palchetto dell’Altroquando erano in quattro, per quella che ormai è la penultima serata della prima fase delle selezioni live, che porterà al vincitore finale la soddisfazione e l’opportunità di incidere la sua musica alla sala di registrazione R&B di Civitavecchia.

La serata si preannuncia interessante: ci sono due diciannovenni, un duo dal profondo nord e un simpatico napoletano. Proprio lui apre le danze, di cognome fa Spinelli e con un bel cappello a falde nero si presenta sul palco raccontando un po’ della sua vita e della sua musica.

Poi comincia a cantare e non è niente male, porta esperienza di qualche anno di palchi calcati e una voce ben impostata, su testi personali che parlano della sua storia – e delle sue storie. Nel timbro e nella metrica ricorda molto Il Cile, mentre sull’impostazione dei testi c’è un’influenza ben celata di Niccolò Fabi. Comunque ha una sua cifra e la trasmette bene.

Emanuele Ruggeri è il secondo a salire e primo dei due diciannovenni. Alto, ben vestito, faccia da bravo ragazzo e vocione da romano, anche se viene da Formello. Dal nord, come dice lui. Non è un chitarrista e ce ne accorgiamo, ma coraggio e iniziativa come la sua vanno apprezzate. Non è neanche un cantautore, ricorda lui, ma “la felicità è una questione di testa” canta, dimostrando che di teste ce n’è, e non poca.

La voce è pulita negli alti mentre si perde un po’ nelle fasce basse, ma cerca di esplorarle tutte. Troverà presto la sua strada, che sia con il basso, con la voce, in gruppo o solista. Intanto, dice, pensa alla maturità di quest’estate.

Capelli lunghi e neri come la sua barba, Erik Montanari viene da Scandiano (dal nord, lui sì, quello vero) e si fa accompagnare sul palco da un ottimo percussionista, Nicola Cavalli, dal cesto di capelli ricci e bianchi. Sono punk, dentro e fuori, e il punk non è facile metterlo in acustico su un palchetto chitarra e voce. Eppure ci riescono bene, cambiano spesso ritmo e tempo dentro i loro pezzi, vari anche dal punto di vista testuale e vocale.

Molto più maturi della media dei concorrenti dell’Altroquando Folkstudio, portano tanta esperienza e perizia nella cantina di Via del Governo Vecchio. Chiude la kermesse un volto noto per chi segue i talent televisivi musicali. Lorenzo Lepore ha solo diciannove anni, anche lui, ma ha già assaggiato croci e delizie dei palchi importanti e soprattutto delle luci della ribalta, grazie o (a seconda dei gusti) per colpa di The Voice of Italy 2016.

Ma a me piace questo, poche persone, una chitarra e l’initimità della musica”. Piace anche a noi e lui ci sa fare con una voce pulitissima e molto impostata, che può ricordare quella del più famoso Michele Bravi, ma la sua offre maggiori sfaccettature anche se più acerba (di pochissimo). Vince lui, se lo merita e non se lo aspettava. La parte più bella della serata, però, arriva quando i concorrenti decidono di fare i “musicisti come una volta” e si intervallano sul palco.

I due più esperti, Montanari e il fido percussionista, si fanno maestri dell’improvvisazione di jam session. Un breve dialogo con Ruggeri prima e con Lepore poi e sul palco fanno rivivere il Folkstudio originale, quello di De Gregori con i suoi successi, da “Generale” a “Rimmel”. Ne esce un concerto di una ventina di minuti completamente improvvisato, tra musicisti avversari e sconosciuti tra loro. Nulla più della bella cosa che è la Musica.

The Parallel Vision  _ Simone Zivillica)
(Foto: © Simone Zivillica)

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