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“After the end”, l’improbabile non è mai stato così reale

Raccontamelo ancora. Raccontami ancora com’è che il mondo fuori si ferma e noi ci troviamo inermi ad affrontare quello che siamo: “After the end” è la storia nella storia ai confini del buio in scena fino al 15 aprile presso il Teatroinscatola di Roma.

claudia-genolini-e-tommaso-arnaldi-after-the-endÈ possibile (ri) trovare la normalità dove essa stessa non può esistere? “After the end” ne viola il sottile confine disegnando nuove prospettive fra i protagonisti ed il pubblico in sala durante due ore di spettacolo che diventano una prova di sopravvivenza generale all’interno di un possibile rifugio anti bombardamento.

L’adattamento del capolavoro di Dennis Kelly curato in questa occasione dalla regia di Enzo Masci è la storia di Mark e Louise, rispettivamente Tommaso Arnaldi e Claudia Genolini, due giovani amici sopravvissuti ad un attacco. Ed è in questa apparente commedia degli equivoci che si snoda il cuore della narrazione. Sopravvissuti a cosa? Attacco di che genere?
Locandina-finale-webNulla è come sembra. Sovrastrutture consce ed inconsce che minano la realtà. La nostra vita e le nostre scelte costruiscono, come fossimo in una gabbia, un esperimento drammaturgico ricco di riferimenti cinematografici e letterari per un futuro fin troppo presente. “After the end” indaga i limiti delle emozioni umane, il dramma di una società allo sbando, la sostenibilità di un pianeta che stiamo lentamente distruggendo.

Soprattutto, mette lo spettatore di fronte al bisogno urgente di ristabilire l’equilibrio fra il bene ed il male. La scena è essenziale in uno spazio angusto. La sala del Teatroinscatola si rivela particolarmente efficace per la riuscita dello spettacolo perché il senso di claustrofobia richiesto dalle suggestioni drammaturgiche ne risulta enfatizzato, inondando lo spazio che diventa il rifugio narrato per ognuno degli spettatori, soli con le loro più intime ed imperscrutabili paure.

Complessa e per questo ancor più apprezzabile la prova di Tommaso Arnaldi e Claudia Genolini, i due talentuosi protagonisti ai quali è affidato tutto il ritmo dello spettacolo. Ed è un ritmo incalzante ed inquietante che conduce verso un finale doloroso quanto imprevedibile. La follia genera follia? Cosa significa restare intrappolati in qualcosa, in qualsiasi cosa?

La regia di Enzo Masci suggerisce molteplici spunti di riflessione verso un’analisi antropologica ed introspettiva sistematica ed al tempo stesso essenziale. La società è composta da gruppi più o meno grandi, più o meno eterogenei all’interno dei quali coesistono dinamiche evidenti e sistemi inespressi. Ed è verso questi ultimi che oggi è fondamentale rivolgere attenzioni e cure.

Come se fossimo in un rifugio anti bombardamento. Come se fosse la cosa alla quale teniamo maggiormente perché è dove le cose non sono visibili a tutti che si sviluppa la curiosità e la responsabilità civile e sociale. Una narrazione toccante che gode della collaborazione di due compagnie teatrali molto attive nel circuito off capitolino, la Bracci-Schneider e la Freaky Lab e che costringe senza possibilità di fuga a riflessioni improvvise ed assolutamente reali.

Concrete come lo è la guerra, spettro di un passato mai finito, che ancora bussa con prepotenza. Non permettiamo al mondo di farci diventare qualcosa che non siamo. La decadenza di questa nostra confusa epoca non sia alibi per riporre la speranza verso un cambiamento coraggioso. “After the end” è il “fate il vostro gioco“. Ora. Prima che qualcuno scelga per noi.

The Parallel Vision ⚭ _ Raffaella Ceres)

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