Cultura libri

Nel cassetto dei calzini spaiati con Veronica Giuffré

Intervista: Nel cassetto dei calzini spaiati con Veronica Giuffré

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Veronica Giuffré

Storie e voci fuori dal coro da riappaiare. Veronica Giuffré porta avanti questo splendido progetto da una decina di anni, ormai.

Il suo blog Il cassetto dei calzini spaiati è diventato col tempo un lido sicuro di racconti e scoperte letterarie (non necessariamente recenti) tenute insieme dal suo modo di guardare le cose.

E di farle vedere agli altri.

Trovare la propria voce è la chiave per non essere invisibili” mi ha detto.

Voi l’avete trovata?

Intanto vi presento Veronica e il suo contenitore multiforme di idee che permette di far incontrare i libri e le persone.


Mi racconti da dove nasce il lavoro di blogger di Veronica?

Ho aperto il mio blog diversi anni fa, senza avere l’intenzione o il sospetto che potesse diventare un lavoro.

Lo è diventato poi in maniera indiretta, nel senso che definire la mia identità online è stato il primo passo per farmi trovare pronta quando è esploso il fenomeno dei social.

Oggi lavoro a tempo pieno nel settore editoriale come social media manager.

Penso che non sarebbe stato possibile se non avessi messo in pratica – e un po’ anche in mostra – tutto ciò che ho imparato a proposito della comunicazione digitale attraverso i miei progetti personali.

@icalzinispaiati è un format letterario che si occupa di “condividere consigli di lettura e scoperte libresche”. Come e quando nasce l’idea?

Più che un format, il progetto @icalzinispaiati è nato come un contenitore di idee.

Il nome originario, che è ancora quello del blog, è infatti il cassetto dei calzini spaiati.

Quando ho pensato di aprirlo, una decina di anni fa, l’intento era proporre storie e voci anche fuori dal coro che, una volta riappaiate, potessero dare vita a idee nuove.

Lo stesso spirito anima quello che costruisco sui social tutti i giorni e mi piace sintetizzarlo così: faccio incontrare libri e persone.

Come scegli i libri che decidi di raccontare ai tuoi lettori?

Sui miei canali propongo esclusivamente libri che mi interessano e che leggo, oppure che ho intenzione di leggere.

Anche se il più delle volte non si tratta delle ultime uscite in libreria.

Per lavoro sono sempre fin troppo aggiornata sulle novità e i fenomeni editoriali del momento e probabilmente è anche per questo che sento il bisogno di coltivare uno spazio in cui essere libera di scegliere.

Per non perdere il piacere di stare in mezzo ai libri, nonostante lo faccia già per tutto il resto del tempo.

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Dall’inizio di questa avventura com’è cambiato il tuo modo di raccontare le storie di @icalzinispaiati? 

Penso di non essere cambiata molto da quando ho iniziato.

Di certo ho un approccio più consapevole e via via ho preso gusto a metterci la faccia e la voce.

Ma quello che tiene insieme tutto ciò che scrivo e che racconto è un modo molto preciso, un modo mio, di guardare le cose e di farle vedere agli altri.

È quello che provo a trasferire anche nei miei corsi di scrittura per i social: trovare la propria voce è la chiave per non essere invisibili.

Cosa hai in programma di organizzare, per i prossimi mesi?

Il 2023 è l’anno del centenario di Italo Calvino e io lo vivo come se fosse anche la mia festa, perché a lui devo molto della lettrice, dell’essere umano e della professionista che sono diventata.

Ho inaugurato questo anno con un percorso di lettura che ho intitolato “Signor Palomar” e dedicato all’esplorazione delle sue pagine meno note.

Il prossimo incontro è il 4 maggio alla libreria Verso di Milano.

Ma non sarà l’ultima occasione per portare in giro il mio scrittore del cuore.

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@icalzinispaiati ha un pubblico-tipo?

Quando inizi ad avere a che fare con una moltitudine di interlocutori, c’è il lettore che hai in mente e quello che poi raggiungi davvero.

Mi sono sempre immaginata vicina a un pubblico di studentesse universitarie un po’ introverse – come ero io quando ho iniziato.

Ma mi sono accorta di avere una community ben più variegata e molto attenta, da cui spesso ricevo consigli preziosi.

Dopo tanti anni, continuo a farlo solo per questo: se fossi da sola a cantarmela e suonarmela, mi annoierei tremendamente.

C’è una cosa che secondo te un operatore o un’operatrice culturale non deve mai fare e un’altra invece che va sempre fatta?

Non si dovrebbe mai far passare l’idea che esista una cultura con la maiuscola, né che la lettura sia un divertimento riservato a pochi o, peggio, che esista una letteratura di serie A e una di serie B.

Occorrerebbe cercare una chiave – io penso di averla trovata leggendo ad alta voce – per far arrivare il messaggio che esiste una storia per ciascuno di noi.

Una storia che può farci risuonare dentro qualcosa, e magari pure aggiustarci un poco.

Dimmi un progetto artistico-culturale di cui vai particolarmente fiera

Se devo parlare ancora di me, direi che sono felice di essere approdata a YouTube, fuori tempo massimo, da un annetto a questa parte.

Non ho alcuna velleità di raggiungere numeri stratosferici, ma il mio canale è uno spazio in cui posso parlare di libri in maniera approfondita, senza l’ansia di dover produrre dei contenuti con una data di scadenza.

È una dinamica dei social che inizia a starmi parecchio stretta.

Descrivimi Veronica Giuffré con un’immagine e con 3 parole!

Sono il riflesso dei raggi del sole su un’onda del mare al tramonto.

Sono un vecchio mappamondo, una macchina da scrivere, un pennuto un po’ goffo che sogna di riuscire, un giorno, a volare.

The Parallel Vision ⚭ _ Paolo Gresta)

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