Piano rifiuti, Gualtieri: “Garantire a Roma il servizio che merita”

Il Sindaco: “Piano industriale Ama strumento con piano rifiuti per garantire a Roma il servizio che merita”
Il Cda dell’Ama ha approvato all’unanimità il Piano industriale 2023-2028.
Previsti investimenti per oltre 700 milioni di euro con obiettivi come:
- miglioramento del decoro urbano
- incremento della raccolta differenziata
- sviluppo della logistica e dell’impiantistica
“Un servizio all’altezza delle altre capitali europee”
“Il voto del Cda di Ama segna un passaggio determinante per il futuro della città” ha commentato il Sindaco di Roma Roberto Gualtieri.
“Accanto al piano commissariale dei rifiuti già approvato l’anno scorso sarà finalmente possibile un servizio di raccolta, trattamento e smaltimento all’altezza di tutte le altre capitali europee“.
“Siamo già partiti con la manifestazione di interesse sul nuovo termovalorizzatore“.
Strumento che “insieme agli altri impianti previsti, garantirà l’autosufficienza impiantistica necessaria a questa città“.
“Il piano industriale di Ama si affianca a tutto questo per contribuire in maniera decisiva a una maggiore efficienza della raccolta, anche in termini di decoro e di pulizia delle strade“.
Inoltre, conclude Gualtieri, “assicurerà un forte investimento su impianti e personale oltre che un significativo potenziamento della raccolta differenziata“.
“Tutti gli obiettivi ai quali abbiamo puntato fin dal nostro insediamento”.
“incrementare la raccolta differenziata fino al 45%”
“Il Piano Ama rappresenta uno strumento di programmazione ambizioso” ha detto l’Assessora capitolina all’Agricoltura, Ambiente e Ciclo dei Rifiuti Sabrina Alfonsi.
“Ama getta le basi per migliorare in modo decisivo nei prossimi anni l’efficienza dei servizi di raccolta dei rifiuti, pulizia e spazzamento delle strade“.
Il tutto “per consentire alla città di affrontare in modo adeguato gli appuntamenti internazionali che la riguardano da vicino, primo fra tutti il Giubileo del 2025“.
“L’obiettivo principale resta quello di incrementare in modo deciso la raccolta differenziata attraverso l’introduzione di modelli più flessibili“.
“Con la previsione di incrementare dall’attuale 33% al 45% la quota di popolazione servita da sistemi riconducibili al porta a porta“.
“Si punta poi ad intercettare quote sempre maggiori di organico e di altri rifiuti che oggi vengono differenziati poco o per nulla come il tessile, i RAEE, il legno, i prodotti assorbenti sanitari“.
“Ad esempio, per questi ultimi, stimati in circa 65mila tonnellate/anno, prevediamo l’avvio di un servizio sperimentale di raccolta a chiamata“.
Infine, spiega Alfonsi, “la realizzazione della dotazione impiantistica prevista dal Piano […] porterà ad una riduzione assai significativa dei costi netti del trattamento dei rifiuti, dagli attuali 173 milioni di euro a 64,8 milioni nel 2028”.
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