Cultura

#Intervista: Laura Pescatori, “Stop al sessismo nella musica”

Intervista: Laura Pescatori, “C’è ancora sessismo anche all’interno della musica”

Credo che si possa parlare ancora purtroppo di sessismo anche all’interno della musica“.

Partendo da questo presupposto Laura Pescatori ha chiamato a raccolta tantissime musiciste italiane di tutto il Paese e ha dato alle stampe “FemIta – Femmine rock dello Stivale“, un libro uscito per Underground? Edizioni che racconta, attraverso la voce delle dirette protagoniste, di una società ancora fortemente patriarcale che l’arte di queste ragazze sta cercando da anni di scardinare.

Un problema che si riflette “anche nel mondo dell’arte in generis, non solo nella musica” e che l’autrice affronta a modo suo da tanto tempo con i suoi libri e le sue tantissime iniziative culturali.

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Laura Pescatori

Mi racconti da dove nasce la storia letteraria e giornalistica di Laura Pescatori? 

La storia letteraria di Laura Pescatori nasce nei primi anni 2000 quando armata di fogli, penne, forbici e colla cominciavo la mia avventura con “S.U.T.A.”, una fanzine autoprodotta in perfetto stile DIY di controcultura, musica, live-report, recensioni, interviste, etc.

Ne verranno pubblicati all’incirca una decina di numeri a cadenza mensile.

Nel 2017 in maniera del tutto inaspettata mi ritrovo a pubblicare con Aracne EditriceAnimalando”, una silloge di poesie in critica allo sfruttamento animale umano e non umano.

Poesie scritte a cavallo tra il 2005 ed il 2007 videro così la luce.

Passano gli anni e via via coltivando la mia infinita passione per la musica declinata al femminile mi ritrovo che la trasmissione radiofonica Rebel Girl.

Non mi basta, quindi nel 2018 con Chinaski Edizioni pubblico “Riot Not Quiet – 365 Giorni di Rock al Femminile”, un almanacco, una sorta di “bibbia” del rock in cui giornalmente attraverso piccole pilloline musicali vado a distillare alcuni aneddoti legati alle più grandi valchirie del palcoscenico internazionale.

Infine, settembre 2020 in carenza di background musicale italiano per colmare questa lacuna arriva “FemIta“, un excursus sul panorama musicale femminile italiano dal taglio giornalistico, una “bussola” per orientarsi all’interno di questo fiorente roseto, da nord a sud, dal pop al rock.

Parlami dei tuoi libri: cosa ti piace proporre, soprattutto? 

I miei libri, escludendo “Animalando“, trattano tutti di musica declinata al femminile.

È una passione che coltivo da parecchi anni e credo continuerò a coltivare ancora per molto tempo.

“FemIta – Femmine rock dello Stivale” è il tuo ultimo lavoro. Di cosa si tratta e come hai lavorato sulla stesura del testo?

FemIta“, come ho detto prima, è un excursus sul panorama musicale femminile italiano dal taglio giornalistico.

Partendo da artiste a me conosciute ho cominciato a indagare approfonditamente su tutto il bellissimo roseto che abbiamo la fortuna di avere anche qui in Italia. 

Ha la pretesa di voler essere una sorta di “bussola” per orientarsi all’interno di questo straordinario panorama che coinvolge tutto lo stivale attraverso diversi generi musicali.

Come hai scelto le musiciste da coinvolgere? Ci sono stati anche rifiuti?

Come dicevo, sono partita dalle mie conoscenze per poi diramarmi, approfondendo mano a mano, ad artiste di cui conoscevo poco.

Più che rifiuti ci sono state delle “non risposte”.

In paragone sono comunque nettamente in maggioranza coloro che hanno aderito con grande collaborazione a questo progetto.

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Secondo te c’è davvero un problema di genere all’interno della musica italiana? 

Sì, credo che si possa parlare ancora purtroppo di sessismo anche all’interno della musica.

Non mi stupisce che vivendo in una società ancora fortemente patriarcale questo si rifletta anche nel mondo dell’arte in generis, non solo nella musica.

Qual è stata l’opinione più diffusa tra le artiste che hai intervistato riguardo il loro ruolo nel contesto culturale del nostro Paese?

Che il sessismo nella musica c’è eccome!

Basta leggere le loro storie, uniche e straordinarie, artiste meravigliose che attraverso la loro musica e il loro operato cercano di scardinare questo grosso “problema”.

Da quanti anni ti occupi di musica? E da allora com’è cambiato il tuo modo di intraprendere iniziative artistiche?

Mi occupo di musica dall’età di 19 anni e non potrei fare altro, non potrei proprio farne a meno, scrivere a un certo punto per me è diventato veramente terapeutico.

Si cresce e di conseguenza pur mantenendo una certa attitudine, il modo e l’approccio alle cose cambia.

Ora sono molto più meticolosa, prima di mettermi a scrivere di qualcosa conduco ricerche che spesso (vedi i miei libri) durano anni.

Hai un pubblico-tipo? 

Non mi sono mai posta la domanda…

Sicuramente persone legate alla musica, con una per lo meno discreta passione per essa immagino.

C’è una cosa che una scrittrice non deve mai fare e un’altra invece che va sempre fatta?

L’importante è sempre essere sinceri con sé e con gli altri, le menzogne e la scorrettezza non dovrebbero proprio rientrare nelle caratteristiche di una scrittrice/scrittore. 

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L’emergenza Covid quanto ha inciso sul tuo lavoro? 

Purtroppo sta incidendo molto, diventa sempre più difficile portare a buon fine una presentazione,  c’è sempre molta incertezza.

Speriamo in tempi migliori, nel frattempo sfrutterò al massimo lo streaming.

Parlami delle iniziative che hai in mente per i prossimi mesi

Compatibilmente con la situazione critica che stiamo vivendo l’idea è sempre quella di portare in lungo e in largo “FemIta”.

Sono al lavoro per un nuovo libro e moltissimi altri progetti legati sempre alla musica suonata/cantata/composta da donne e ne sono molto felice.

Dimmi un progetto artistico di cui vai particolarmente fiera

Oltre a “Riot Not Quiet” e “FemIta” vado molto fiera della trasmissione radiofonica Rebel Girl e del Lady Pink Festival, che con grande fatica porto avanti da diversi anni.

Mi descriveresti il lavoro artistico di Laura Pescatori con un’immagine e con 3 parole?

Guarda tempo fa un’artista presente nel mio ultimo lavoro editoriale mi ha detto che assomiglio moltissimo ai miei libri.

Quindi ecco, credo che in un libro mi ci identifico bene.

The Parallel Vision ⚭ _ Paolo Gresta)

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