TolfArte, non solo show: ecco le botteghe storiche della borsa catana
TolfArte 2020 tornerà dal 7 al 9 agosto, con un’anteprima speciale i giorni 1 e 2 agosto. La 16esima edizione del Festival Internazionale dell’Arte di Strada si prepara dunque a invadere di nuovo le vie del piccolo borgo vicino Roma con il suo esercito di artisti acrobatici, giocolieri, clown, poeti, urlatori, mimi, trapezzisti, attori, improvvisatori, sputafuoco, trampolieri e tanti altri performer.
La principale novità di TolfArte 2020 sarà che gli spettacoli si terranno in 4 diversi spazi di Tolfa:
- Villa Comunale
- Rocca
- Polo Culturale
- Piazza Vittorio Veneto
Questi luoghi saranno accessibili solo su prenotazione, acquistando un biglietto al costo simbolico di 1 euro attraverso la piattaforma ticketino.com.
Ciascun biglietto darà diritto ad accedere a una location, dove si terranno 1 o più spettacoli.
Non solo show: le botteghe della catana
Ma il borgo di Tolfa è anche ricchissimo di racconti e tradizioni, incarnate in alcune botteghe storiche della cittadina laziale.
Con The Parallel Vision abbiamo visitato alcune attività artigianali impegnate dall’800 nella lavorazione delle pelli e in particolare della famosissima catana, la storica borsa legata a queste terre.
Oggi vi presentiamo il Laboratorio Artigianale Del Cuoio “Catana Di Tolfa” di Davide Vannicola e Giulia Massera e la Selleria di Lamberto Bartolozzi.
La Pelletteria di Davide Vannicola
“Tolfa vive soltanto d’estate con TolfaJazz e TolfArte, che comunque ha sempre funzionato e portato visitatori” racconta Giulia Massera, moglie di Davide Vannicola.
“All’inizio, per i cittadini, c’era la preoccupazione, legata alla sicurezza, di avere tantissima gente in Paese. Però penso sia una questione di rimanere aperti. Anzi, ben vengano altre iniziative del genere! Anche se TolfaJazz e TolfArte sono anche poco per mantenere una realtà come Tolfa“.
“La famiglia di mio marito fa questo mestiere da sempre, ma si è messa in regola dal 1968. Mia suocera era sarta, mio suocero tappezziere, il nonno un ciabattino. Una famiglia di operai, insomma“.
“Sono stati i miei suoceri Concetta Borghini e Antonio ‘Tonino’ Vannicola a far partire tutto. Era una botteguccia piccolissima che piano piano si è ampliata“.
“La borsa catana è entrata a far parte della nostra famiglia con un modello che ha 100 anni e che poi si è trasformato nel modello del ’68, quello con la patta corta che conoscete tutti. Ma la borsa nasce già nel ‘400“.
“Si dice che questa sia arrivata qui dall’Umbria, ma insomma, ci sono tanti punti da chiarire sulla sua origine“.
“È stata una borsa appartenuta a cacciatori e contadini. Ma anche ai corsi, che vennero a Tolfa in quanto guardie papali delle cave. Loro avevano una pistola che si chiamava ‘catana’, costruita dalla famiglia Catanì, armatori“.
“Vedendo che la borsa di pelle non faceva inumidire la polvere da sparo, la utilizzarono per metterci dentro la loro ‘catana’. Da qui il suo nome! Nulla a che vedere con la spada, quindi“.
Concetta Borghini
“La catana ha poi viaggiato sino in Francia, perché quando abbiamo avuto l’invasione di Napoleone anche i soldati francesi hanno adottato la borsa“.
“Inoltre questo modello di borsa si può trovare anche rappresentata in alcuni quadri raffiguranti proprio la battaglia francese. La catana ha girato il mondo“.
“Poi nel 1968 ha preso il simbolo politico della sinistra, ma molti se ne infischiavano e la indossavano comunque. È stata il simbolo della rivoluzione“.
“Un giorno, nella bottega di mia suocera arrivò un ragazzo che aveva bisogno di una borsa per la scuola. Fu lui, poi, a portarla all’università e in qualche modo a dare il via a tutto! perché poi altri suoi amici vennero qui a richiederla, arrivando anche in motorino da Roma! Da lì è iniziato il boom“.
“La borsa non significò solo rivoluzione studentesca. Venne infatti utilizzata anche dai brigatisti. Ha avuto insomma vari significati nel tempo. Dipendeva un po’ dalla persona che la portava“.
La Selleria di Lamberto Bartolozzi
“TolfArte negli anni è cambiata tantissimo ed è sempre migliore con molti artisti di qualità e dà parecchio valore aggiunto alla città” racconta Valeria Bartolozzi, figlia di Lamberto.
“Averla accettata, da parte dei cittadini, non è stato un problema: è una cosa così bella! Anzi: magari ci fosse tutti i giorni. Negli anni comunque è cambiata molto sia per le persone che vengono da fuori sia per gli abitanti che per i commercianti. Non dico a livello di vendita, quella è l’ultima cosa che ci interessa: ma proprio nell’interesse del lavoro“.
“Con me la nostra azienda è arrivata alla quarta generazione. È partita nella seconda metà dell’800 con i nonni di papà e adesso sono arrivata io!“.
“La nostra famiglia nasce come sellai perché negli anni passati la sella era molto importante per il lavoro e soprattutto per lo spostamento. Di macchine, a Tolfa, non ce n’erano e quindi gli artigiani sellai avevano un ruolo centrale“.
“Qui facciamo da sempre tutto a mano, principalmente in negozio, visto che siamo sempre aperti. Poi abbiamo un laboratorio dove ci sono le macchine con tutta la strumentazione primaria“.
(© The Parallel Vision ⚭ _ Paolo Gresta)
(Foto: © Giovanna Onofri)