[…]
Voleva il silenzio, consigliava leggerezza. Scriveva le poesie in un taccuino e i racconti su di un vecchio computer comprato nei primi anni novanta.
Tutti i personaggi di Bolaño sono persone che lui stesso ha sentito respirare da vicino anche solo una volta nella vita. Primo fra tutti il poeta messicano Mario Santiago che ne “I DETECTIVE SELVAGGI“ prende le sembianze del grande Ulises Lima, un messicano che sognava la bohème parigina e che viveva di stenti, avvicinandosi lentamente alla terra di Israele.
Oppure il Pieldivina, un amico del realismo viscerale esteticamente attraente che si prostituiva ogni giorno in cambio di un letto su cui dormire e che ricambiava l’ospitalità lasciando una poesia vicino la tazza del caffè.
Ci sono prostitute frustrate, poliziotti corrotti, scrittori esiliati, c’è Carlos Wieder il protagonista di “STELLA DISTANTE“, un poeta aviatore e serial killer intellettuale.
Non si è mai dato pace, Bolaño. Forse non l’ha nemmeno mai incontrata. Era inquieto come i suoi personaggi. Si svegliava prestissimo. Dormiva pochissimo. Beveva quantità spropositate di tequila messicana, fumava ininterrottamente. […]
(2 di 3 parti. Continua domani ->)
(© The Parallel Vision ⚭ _ Redazione)