È terminata domenica 23 luglio la VI edizione di Limón Italia, un appuntamento importantissimo per la danza contemporanea nel nostro Paese e noi di TPV non potevamo non rivelare tutta questa bellezza.
Limón Italia 2017 quest’anno ha scelto la Capitale. Un incontro artistico di alto livello che ha visto danzatori dall’Italia, dalla Cina e quest’anno anche dell’America, tutti riuniti come una grande famiglia.
Si tratta di un progetto realizzato dall’associazione culturale Dance Continuum, ideato da Cristina Caponera docente presso l’Accademia Nazionale di Danza e condotto dalla Master Teacher Nina Watt.
La Watt, maestra e mentore dei danzatori Limón, è direttore associato della Limón Dance Company, docente alla Hartt University, definita dalla critica “the perfect Limón dancer”, tra i pochi Master Teacher autorizzata a ricostruire coreografie del repertorio del grande maestro José Limón.
L’intenso seminario è iniziato il 17 luglio presso il DAF – Dance Arts Faculty Tuscolano, diviso rispettivamente in due sezioni: la prima di tecnica accompagnata dalla musica dal vivo del Maestro Marco Melia in compagnia del percussionista Federico Di Maio; la seconda di repertorio.
Ad aumentare il valore qualitativo del progetto sono state le due giornate dedicate all’aspetto teorico attraverso video proiezioni di filmati del repertorio Limón all’interno dei quali anche la stessa Nina Watt era interprete.
Il confronto verbale ed emotivo condiviso ha arricchito tutti i partecipanti, entusiasti di aver potuto vivere un’opportunità con una grande testimone della storia della danza contemporanea.
Una conclusiva lezione a porte aperte ha dato modo al pubblico di vedere i principali elementi che hanno costituito le varie e ricche lezioni di tecnica e diversi estratti di repertorio tra cui “Psalm” (1967) e “Missa Brevis” (1958).
Questa straordinaria iniziativa si pone l’obiettivo di offrire una formazione artistica professionale e di divulgare l’importanza della filosofia della tecnica Humphrey-Limón con un ampio respiro alla bellezza del repertorio, in cui la tecnica si fa fautrice della sua poetica, fortemente ispirata da diversi princìpi della grande danzatrice Doris Humphrey, tra le più importanti pioniere delle Modern Dance.
L’esperienza artistica della grande maestra Nina Watt, il suo approccio pedagogico, umano e metodico allo stesso tempo, il suo amore verso l’orchestrazione del corpo (elemento portante della tecnica Limón) e la capacità di trasmettere col sorriso la sua vasta conoscenza ha permesso all’aspetto strutturale di essere inevitabilmente sommerso dalla bellezza della filosofia Humphrey-Limón. Due aspetti della stessa medaglia perché, citando la stessa Watt,
“In this technique there is a duty… to be yourself”
(in questa tecnica c’è il dovere morale… di essere sé stessi)
È assolutamente indispensabile divulgare ad ampio raggio un evento di tale impatto, sia per sensibilizzare l’appassionato del settore, sia per offrire al danzatore un metro di miglioramento qualitativo con un’icona della tecnica Limón in Italia che, ogni anno, dona il suo essere e il suo bagaglio grazie a Cristina Caponera e al prezioso aiuto di Federica Cucinotta, danzatrice di Dance Continuum.
Studiare con un’artista come Nina Watt è un’esperienza che permette di sentirsi parte di un tutto più grande. Il suo sguardo verso il danzatore che vede, segue e corregge fa cadere ogni velo che ricopre il corpo, levandogli ogni ornamento superficiale. Lasciar cadere tutto ciò implica trovare l’essenza poiché, come dice la stessa Watt, “nel lasciare il peso, c’è la danza”. L’appuntamento è all’anno prossimo per l’edizione 2018 (la settima) di Limón Italia.
(© The Parallel Vision ⚭ _ Rossana Abritta)