Sostegno da parte di Roma a nuclei monogenitoriali con figli minori

La Giunta Capitolina ha approvato “Le linee guida per programmi di semiautonomia per nuclei monoparentali costituiti da madri o padri con figli minori”.
La delibera si è resa necessaria in considerazione dell’aumento del fenomeno dei nuclei formati da monogenitori.
Il totale infatti ammonta a 3 milioni di famiglie su 25 milioni e non solo madri, ma anche molti padri.
I programmi di semiautonomia
I programmi di semiautonomia dovranno garantire il diritto del minore a non essere separato dal proprio genitore.
È prevista l’attivazione di progetti di inclusione che coinvolgano le agenzie educative, del lavoro e dell’abitare con risposte di accoglienza in emergenza.
Oltre a percorsi più stabili che prevedano case alloggio e case famiglia.
Viene istituito un presidio fondamentale per la prevenzione del disagio sociale dei nuclei monogenitoriali più fragili.
Sarà quindi offerto sostegno educativo al minore e supporto alla genitorialità.
Obiettivo: sostenere le famiglie monoparentali nel quotidiano
“Abbiamo voluto affrontare il tema dei nuclei monogenitoriali, creando un sistema strutturato che faccia tesoro delle esperienze già attive e sperimentate“.
Così l’assessora alle Politiche Sociali e alla Salute Barbara Funari.
“L’obiettivo è sostenere le famiglie monoparentali nel quotidiano, per arrivare poi ad accompagnarle verso la piena autonomia e l’inserimento sociale“.
“Ogni situazione ha la sua storia e, in collaborazione con i Municipi e le reti cittadine, proveremo a individuare le risposte più adatte“.
Il fine infatti è quello di “evitare la separazione dei bambini dal genitore e combattere così le diseguaglianze sociali”.
La famiglia monogenitoriale: che cos’è
Con famiglia a genitore unico o anche educatore unico si definisce un genitore, anche minorenne, che si occupa dell’educazione di figli minorenni.
Si tratta perciò di padri e madri divorziati, celibi, vedovi, per molto tempo separati e che non vivono insieme a un altro adulto in una comunità domestica comune.
Il bambino, quindi, ha come unica persona di riferimento il genitore che vive con lui.
Con l’altro genitore (finché questo è ancora vivo e non ha ancora costituito un rapporto col bambino) ci sono spesso solo contatti di visita sporadici.
Questi possono essere chiariti in caso di contenzioso dal tribunale di famiglia.
(© The Parallel Vision ⚭ _ Redazione)