Nasce il progetto “Qui non sei sola” per le donne in uscita dalla violenza

Per non lasciare sole le donne che hanno dovuto affrontare il doloroso percorso di uscita dalla violenza è stato firmato il protocollo d’intesa “Qui non sei sola”.
Le firmatarie e i firmatari del progetto sono:
- la ministra del Turismo Daniela Santanché
- la ministra per la famiglia, la natalità e la pari opportunità Eugenia Roccella
- le maggiori associazioni di categoria del comparto alberghiero tra cui Confindustria Alberghi, Assohotel Confesercenti, Federalberghi e Federturismo
Il progetto “Qui non sei sola” e gli alberghi solidali
Il progetto “Qui non sei sola” prevede l’accoglienza da 3 giorni a una settimana delle donne vittime di violenza insieme eventualmente ai loro figli e figlie.
Il tutto presso una delle strutture alberghiere aderenti all’iniziativa.
Come affermato dalla ministra Roccella il progetto nasce con l’intento di concedere a queste donne “di avere un momento di tranquillità, di sollievo, di distrazione“.
“Qualcosa che possa darle una pausa, un momento di respiro”.
“Ci sembrava una cosa molto giusta essere al loro fianco” ha poi aggiunto la ministra Santanché.
“Perché credo che la cosa più importante sia il messaggio che queste donne non devono sentirsi sole, devono sapere che ci sono strutture intorno che stanno con loro“.
Il logo: il cartellino “do not disturb / non disturbare” color lavanda con un cuore sorridente
Gli alberghi aderenti esibiranno alla reception il logo dell’iniziativa: l’icona dell’accoglienza alberghiera.
Si tratta del cartellino “do not disturb / non disturbare” che si appende alla maniglia della porta delle stanze di albergo quando non si vuole essere disturbati.
Il cartellino sarà color lavanda e riporterà sopra il disegno di un cuore sorridente.
Si tratta di un simbolo che intende trasmettere i valori che stanno dietro questa iniziativa:
- l’accoglienza
- la serenità
- il recupero
Un segno quindi che racconta la soluzione di un problema e non di denuncia.
Nulla è stato lasciato al caso e anche il colore scelto per il simbolo, il lavanda, vuole essere un contrassegno di accoglienza.
Così come l’immagine del cuore con il sorriso che simboleggia l’augurio affinché le persone che usufruiranno del servizio possano tornare a vivere e sorridere serenamente in assenza di ogni forma di violenza.
Terminato il percorso le conseguenze non si arrestano
Sono poco meno di 20mila le donne che nel 2021 hanno affrontato il percorso di uscita dalla violenza grazie all’aiuto di operatrici specializzate.
Professioniste che lavorano con cura e dedizione all’interno dei Centri Antiviolenza (CAV).
Ma gli effetti della violenza sulle donne non si arrestano alle lesioni fisiche e psicologiche imminenti, non terminano dopo il percorso di uscita.
Si dilatano infatti sino a influenzare tutta la vita della donna.
L’Organizzazione Mondale della Sanità (OMS) ha affermato che la violenza contro le donne rappresenta “un problema di salute di proporzioni globali enormi”.
Le donne vittime di violenza hanno una maggiore probabilità, rispetto alle altre, di incorrere in qualsiasi problema di salute anche molto grave quale il cancro.
Raddoppia il rischio di disturbi cardiaci, alimentari, depressione, attacchi di panico, pensieri suicidi.
Inoltre le donne in uscita dalla violenza faticano a reinserirsi socialmente, a trovare un’occupazione stabile.
A far fronte alle esigenze quotidiane anche di cura di sé stesse e dei propri figli.
Per questi motivi è importante e fondamentale non lasciarle sole anche al termine del percorso di fuoriuscita dalla violenza.
(© The Parallel Vision ⚭ _ Avv. Fatima Santina Kochtab)