Libri, recensione: Michela Murgia, “Stai zitta” (Einaudi Editore)

“Stai zitta” non è uno degli ultimi libri usciti in libreria per Einaudi Editore, ma ancora oggi è profondamente attuale.
Firmato da Michela Murgia, il volume è una raccolta di frasi odiose con cui gli uomini da sempre tentano di sminuire le donne.
L’autrice smonta pezzo per pezzo ognuna di esse, portando i numeri impietosi che dimostrano che le donne non sono affatto dappertutto.
Né hanno raggiunto la parità dei diritti degli uomini.
Libri: “Stai zitta”
Murgia parte dalle proprie esperienze personali.
Il libro si apre con l’episodio del 2020 a Radio Capital quando Michela chiese conto allo psichiatra Raffaele Morelli delle sue affermazioni sessiste pronunciate qualche giorno prima.
In quell’occasione, la scrittrice si sentì intimare di stare “zitta” da Morelli, che stava perdendo le staffe perché lei continuava a incalzarlo.
“Parlare è un potere, e dare potere alle donne è sempre stata una cosa problematica“
Così Murgia riprende altri esempi di donne nei talk show, nelle trasmissioni radiofoniche e altrove, che sono state zittite e sminuite dai colleghi maschi.
Nei capitoli successivi l’autrice analizza altre 9 frasi specchio della cultura patriarcale di cui l’Occidente è intriso.
Che dimostrano quanto la militanza femminista sia ancora fondamentale per la rivendicazione dei diritti della donna.
Oltre al divario salariale e alla differenza di trattamento sul luogo di lavoro, che comprende anche le antipaticissime domande sull’essere madre, si affrontano i temi:
- della divisione dei compiti all’interno delle mura domestiche
- del mansplaining
- di tutti quei comportamenti che pur sembrando innocui sono in realtà nocivi
Murgia mette anche in guardia da chi definisce una collega “ragazza” perché “alle ragazze non si fanno i contratti, non si danno gli aumenti, né si offrono gli avanzamenti di carriera“.
La scrittrice ribadisce che, come insegna Atwood:
“Per tenere sottomessa una donna, ce ne vogliono altre due: una sola non basta. Se il patriarcato vuole dominare il sesso femminile senza ricorrere continuamente alla forza ha bisogno di convincere delle sue ragioni almeno due terzi delle donne e lo fa offrendo a ognuna il vantaggio che all’altra è negato“
Puntualizzando che la solidarietà femminile non è, come molti pensano, dare man forte alle donne su qualsiasi argomento semplicemente per il loro genere.
Ma sostenere che le donne possano dire la propria su qualsiasi argomento senza essere discriminate per il loro sesso di appartenenza.
Anche gli uomini sono vittime degli stilemi patriarcali e in “Stai zitta” Murgia si rivolge anche ai maschi, offrendo loro delle strategie e dei consigli per contribuire al cambiamento.
Un libro che riflette sull’importanza delle parole che usiamo e con cui inevitabilmente abitiamo il pianeta.
Un manifesto femminista che dovrebbe essere nelle librerie di tutti coloro che hanno interesse a cambiare il mondo -sbagliato- che altri hanno costruito per noi.
Tra i più recenti libri da leggere, indubbiamente un’opera affascinante e di grande spessore.
L’autrice
Michela Murgia nasce a Cabras nel 1972.
Nel 2006 pubblica “Il mondo deve sapere“.
Per Einaudi ha pubblicato, dal 2008 a oggi:
- “Viaggio in Sardegna. Undici percorsi nell’isola che non si vede“
- “Accabadora“
- “Ave Mary” (2011)
- “L’incontro” (2012)
- “Chirú” (2015)
- “Futuro interiore” (2016)
- “Istruzioni per diventare fascisti” (2018)
- “Stai zitta. E altre nove frasi che non vogliamo sentire più” (2021)
Ha inoltre collaborato alle antologie:
- “Presente” (2012)
- “Sei per la Sardegna” (2014)
Ha pubblicato anche:
- “L’inferno è una buona memoria” (Marsilio, 2018)
- “Noi siamo tempesta” (Salani, 2019)
- “Morgana” (Mondadori, 2019, con Chiara Tagliaferri)
Scheda del libro
- Titolo: Stai zitta. E altre nove frasi che non vogliamo sentire più
- Autrice: Michela Murgia
- Edizione: Einaudi
- Pagine: 128
- Euro: 13,00
- ISBN: 9788806249182
(© The Parallel Vision ⚭ _ Ilaria Alleva)
Lasciai il libro neanche a metà, nonostante la tematica mi tocchi molto essendo una fervida sostenitrice del femminismo intersezionale. Grazie alla tua recensione penso di riprenderlo in mano.
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Ci fa piacere, Emma 🙂 Poi allora raccontaci com’è stato riprenderlo dopo un po’ di tempo 🙂
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