8 marzo, consigli di lettura in occasione della Festa della Donna

In vista della Giornata Internazionale dei Diritti della Donna dell’8 marzo vi proponiamo dei libri che ripercorrono lo sviluppo della figura autoriale femminile nella storia della letteratura.
Testi da poter leggere proprio in occasione di questa data, un appuntamento che ci invita a riflettere sul tema delle discriminazioni di genere.
Un piccolo viaggio che verrà compiuto attraverso la penna di scrittrici che hanno dato voce alle difficoltà presenti all’interno del mondo editoriale.
Capaci di sviluppare un percorso creativo insito nel conflitto relazionale tra donne e letteratura.

Virginia Woolf, “Una stanza tutta per sé” (Feltrinelli)
“Una donna, se vuole scrivere un romanzo, deve avere soldi e una stanza tutta per sé; una stanza propria“.
“Il che, come vedete, lascia insoluto il grosso problema della vera natura della donna e della vera natura del romanzo”.
Pubblicato per la prima volta nel 1929 e definito un classico sul tema della scrittura occidentale, “Una stanza tutta per sé” indaga il rapporto conflittuale femminile con la letteratura.
Virginia Woolf pone infatti l’accento sul raggiungimento dell’indipendenza economica come primo passo verso l’autodeterminazione per una scrittrice.
L’invito a possedere una stanza tutta per sé è pervaso da un forte significato metaforico, auspicando la sua metamorfosi da luogo di privazioni ad ambiente di affermazione personale.
Una prosa scorrevole, un racconto confidenziale sulla propria esperienza di autrice.
Il linguaggio alterna passi dall’evidente sistematicità, propria agli aspetti pratico-economici, a paragrafi che liberano una vera passione letteraria.
La stessa che ha reso Virginia Woolf l’autrice di alcuni dei più importanti romanzi inglesi del ‘900.

Oriana Fallaci, “Il sesso inutile” (BUR Rizzoli)
“Mi venne in mente che i problemi fondamentali degli uomini nascono da questioni economiche, razziali, sociali“.
“Ma i problemi fondamentali delle donne nascono anche e soprattutto da questo: il fatto d’essere donne”.
Oriana Fallaci, definita da Giovanna Botteri “l’autrice con cui le giornaliste debbano prima o poi imbattersi”, fu decisa nel conquistare un territorio professionale di solito prerogativa del maschile.
“Il sesso inutile” è un reportage pubblicato per la prima volta nel 1961 in seguito a un viaggio in Oriente commissionato da L’Europeo per un’inchiesta sulla condizione della donna.
Un libro capace di trasportare il lettore in questo lungo viaggio grazie alla coinvolgente narrazione dalle dettagliate e suggestive descrizioni.
L’attività di inchiesta della giornalista mette a fuoco la condizione femminile in luoghi distanti dal vivere occidentale.
Ma accomunati dal leitmotiv dell’infelicità e di come il suo contrario abbia più a che fare con il desiderio di libertà che con quello di potere.

Elena Ferrante, “I margini e il dettato” (Edizioni e/o)
“Ci vuole davvero un miracolo – mi dicevo – perché una donna che ha cose da raccontare dissolva i margini dentro cui pare chiusa per natura e si mostri con la sua scrittura al mondo?”.
L’avventura dello scrivere si manifesta come protagonista di questo libro in cui Elena Ferrante racconta il suo rapporto con la penna fin dai primi anni.
Questo breve saggio è la testimonianza cronologica di problematicità autoriali che fondano le proprie radici in pagine come quelle di Virginia Woolf.
Ovvero il conflitto autoriale femminile nell’esprimere il proprio sentire dentro una lingua scritta dalla tradizione maschile.
Un libro che trasporta il lettore al cuore del messaggio autoriale: la fusione delle penne femminili affinché nemmeno un rigo vada perso nel vento.
(© The Parallel Vision ⚭ _ Beatrice Sampaolo)