Chat GPT: verso la creatività artificiale. Dove orientare il progresso?

Se qualcuno mi avesse detto che un giorno avrei scritto di intelligenza artificiale, mi sarei fatta una grassa risata. Eppure eccomi qui.
Ma voglio tranquillizzare tutti e subito: non è un trattato sull’informatica ma pura polemica, che è esattamente quello che so fare meglio.
Chat GPT: cos’è
Qualche settimana fa, scrollando la home di Instagram, mi imbatto nelle storie di una nota “influencer”.
La quale con concitata (e forse immotivata) eccitazione parlava (pubblicizzandola, ovviamente) di Chat GPT e di quanto fosse “una svolta” nella sua vita.
Ma prima di analizzare in che termini e ambiti tale innovazione abbia rivoluzionato la sua esistenza, vediamo brevemente cos’è Chat GPT.
Chat GPT realizzata da OpenAI (organizzazione no profit per la ricerca sull’intelligenza artificiale) è uno strumento di elaborazione del linguaggio naturale.
Il software utilizza algoritmi avanzati di apprendimento automatico per generare risposte simili a quelle umane all’interno di un discorso.
In pratica quando un utente inserisce un messaggio, Chat GPT elabora l’input e genera una risposta pertinente e coerente all’interno della conversazione.
In realtà non si limita al semplice dialogo tra umano e macchina, ma crea veri e propri contenuti.
Può essere utilizzata:
- per la traduzione di testi da una lingua all’altra
- per agevolare il servizio clienti
- soprattutto nell’ambito matematico e informatico per creare codici, risolvere equazioni complesse e molto altro
Tornando all’influencer, la rivoluzione stava nel fatto che adesso per lei sarebbe stato molto più semplice inviare mail.
Invitava così tutti i suoi seguaci a beneficiarne:
“Pensate che bello, basta scrivere qual è l’argomento e potete inviare le mail ai vostri professori dell’università senza paura di scrivere male perché sarà Chat GPT a formularla per voi! Guardate com’è facile!”
Ora, io non so questa ragazza cosa intenda per “difficoltà della vita”.
Ma sono abbastanza convinta che un qualsiasi universitario medio sappia scrivere una mail al proprio professore mettendo in pratica le nozioni base della formulazione di una comunicazione formale.
Senza che qualcuno o qualcosa lo faccia al posto suo.
Chat GPT per scrittori
Quindi sono andata a fare delle ricerche per informarmi su benefici e utilizzi e ho letto, su un digital magazine, una frase che mi ha fatta rabbrividire:
“Nella scrittura creativa, la Chat GPT può aiutare gli scrittori a esplorare nuove idee ed espandere la propria creatività”
Che paura. Sarebbe eticamente corretto se uno scrittore ricorresse a una intelligenza robotica per trovare spunti creativi?
Già viviamo in un mondo in continuo sviluppo tecnologico dove moltissime azioni, mestieri, specialità umane vengono fatte eseguire da delle macchine.
Almeno la creatività, vi prego, lasciamola all’uomo.
La creatività è una peculiarità dell’intelletto umano.
È forse l’unica cosa bella che ci distingue dagli altri esseri viventi.
La creatività crea l’arte, crea la bellezza, crea le emozioni.
Lasciamo che la fantasia resti una specialità solo nostra.
Etica e utilità: le macchine sono nostre alleate oppure oggetti da temere?
Ma non è tutto: sotto a un video esplicativo su YouTube mi sono soffermata a leggere i commenti e ne ho trovati molti scritti da studenti che dicevano di non poterne più fare a meno per lo svolgimento dei compiti a casa.
Chi per le versioni di latino, chi per risolvere equazioni matematiche, chi per scrivere saggi brevi o testi in francese.
È indubbio che, in determinati ambiti, questa intelligenza artificiale abbia delle immense potenzialità.
C’è però da valutare la pericolosità del renderla accessibile a tutti e soprattutto il modo in cui tale fruibilità viene pubblicizzata.
La realtà odierna ci pone davanti al fatto che molti adolescenti oggi trovano più difficoltà nei rapporti interpersonali, nel linguaggio a voce alta.
Nella formulazione di testi scritti e di pensieri personali.
Questo perché figli di una generazione “tecnologica”, sempre di fretta, dove i contenuti visivi non devono superare i 90 secondi e quelli scritti i 280 caratteri.
E mettere loro a totale disposizione un’intelligenza artificiale che rende ancor più “pigra” la produttività, ma anche i rapporti sociali – seppur telematici – temo possa essere troppo straniante.
Bisogna domandarsi dove è più utile ed etico orientare questo progresso.
Verso la creazione di macchine che ci sostituiscono in ogni aspetto e attitudine?
Oppure verso ciò che l’uomo non può compiere rendendo le stesse macchine dei validi alleati e non oggetti da temere?
È vero che la tecnologia deve andare avanti, ma facciamo in modo che l’essenza umana e la virtù creativa rimangano al suo fianco e mai indietro.
(© The Parallel Vision ⚭ _ Myra Verdura)