Intervista: Studio e talento, il teatro e l’arte di Larissa Cicetti

Fresca dell’esordio nella triplice veste di autrice, regista e attrice, Larissa Cicetti ha da poco portato in scena il suo “Ematica” durante il Festival InDivenire 2023 allo Spazio Diamante.
Risultato: la menzione speciale del Laboratorio di critica teatrale curato da Andrea Pocosgnich.
Non male come biglietto da visita.
“Sicuramente cercherò di muovermi affinché questo mio primo lavoro da regista non si fermi qui ma riesca a vedere altri teatri” mi ha raccontato.
Nel frattempo Larissa sta pensando di dare forma e voce a un altro testo scritto durante la pandemia: “Un progetto a cui tengo parecchio“.
E che speriamo riesca a vedere la luce in questo 2023 che ha accolto l’artista romana come meglio non poteva.
Mi racconti da dove nasce la storia artistica di Larissa?
Mi sono formata a Teatro Azione, la scuola di recitazione fondata e diretta da Isabella Del Bianco e Cristiano Censi per poi seguire vari laboratori e workshop negli anni successivi al diploma.
Credo molto nella formazione ma anche nel proprio talento.
Ho capito che molte volte è giusto studiare e conoscere il lavoro dei “grandi” per poi a un certo punto distaccarsene volutamente.
Da quanti anni fai questo lavoro? E da allora com’è cambiato il tuo modo di intraprendere iniziative artistiche?
Non posso considerarlo il mio lavoro perché non è questo che mi dà da mangiare a fine mese, ma non per questo ho intenzione di mollare.
Cerco ancora di riprendermi dagli strascichi dello stop forzato che tutti abbiamo dovuto subire e che sicuramente per alcuni (vedi me) è stato più pesante che per altri.
Nonostante questo, sicuramente sono diventata più selettiva, non è più quel giovanile “fare per forza qualcosa” a muovermi, ma il vero piacere e merito artistico di un progetto.
Hai esordito da poco nelle vesti di regista e autrice. Che esperienza è stata e quanto è diverso stare “dall’altra parte”?
Ho sempre avuto un buon occhio “esterno” anche durante la scuola di recitazione ed è stato meraviglioso poterlo sfruttare per qualcosa di mio.
La parte all’inizio più complicata è stata non solo trovarsi appunto “dall’altra parte” ma al contempo all’interno del progetto come attrice.
Lì bisogna davvero stare attenti a non perdere il focus nella sua interezza.
Ma per fortuna è risultato più naturale di quanto temessi.
Raccontami di questo spettacolo che hai scritto e diretto
È un flusso di pensieri che viene portato in scena da 3 personaggi, anche se il termine “personaggi” in questo caso non è propriamente corretto.
Sono piuttosto 3 voci di una stessa testa.
Queste cercano in tutti i modi di trovare un equilibrio, ma si rivela più difficile del previsto.
Il titolo prende vita dal mettere in dubbio il loro rapporto con gli altri, soprattutto con gli “amanti” con cui hanno a che fare.
Questi non sono mai particolarmente “empatici”, ma il correttore automatico del pc continua a suggerire solo altri termini fra cui “ematici”.
Questo errore, unito al loro essere voci fatte di carne, ossa e sangue dà appunto vita a “Ematica“.
Non sono brava con le sinossi e odio le trame che svelano troppo quindi spero di essere stata comunque esaustiva!

Al momento di cosa ti stai occupando?
Sono tornata alla mia solita vita da cameriera a tempo pieno.
Ma nel frattempo penso già a come rimettere mano al testo per poterlo rendere completo poiché al Festival InDivenire, a cui abbiamo partecipato, si portano solo 35 minuti di tutto il lavoro.
Parlami delle iniziative che hai in mente per i prossimi mesi
Fa strano passare da poco a tanto nel giro di breve tempo quindi il mio pessimismo non mi porterebbe a esprimermi, ma per una volta voglio essere positiva!
Dunque: mi piacerebbe moltissimo dar vita a un altro testo che ho scritto sempre durante la pandemia poiché anche quello è un progetto a cui tengo parecchio.
E poi sicuramente cercherò di muovermi affinché questo mio primo lavoro da regista non si fermi qui ma riesca a vedere altri teatri!
Dimmi un progetto artistico di cui vai particolarmente fiera
“Il Vampa” scritto e diretto da Enrico Maria Carraro Moda.
Spettacolo con cui nel 2019, sempre al Festival InDivenire, abbiamo vinto il premio come Miglior Spettacolo, Miglior Testo, Miglior Regia e Miglior Attrice.
Al di là dei riconoscimenti mi sono cimentata in un lavoro che mi dava la possibilità di esprimere le mie capacità attoriali al massimo, in quanto sola in scena.
Con soltanto alcune brevi incursioni del regista stesso, diventava praticamente un lungo monologo.
È una sfida tenere viva l’attenzione del pubblico per tanto tempo quando non hai appigli, ma proprio per questo la soddisfazione poi è ancora più grande.
C’è una cosa che un’attrice non deve mai fare e un’altra invece che va sempre fatta?
È una domanda interessante e al contempo difficile, perché sento la necessità di contestualizzarla a una situazione specifica.
Ma in generale potrei dire che non dovrebbe mai sentirsi “arrivata”.
Non dovrebbe perdere l’umiltà e il rispetto per il lavoro degli altri anche se riempie i teatri di tutto il mondo.
Dovrebbe invece aprirsi sempre a ogni tipo di “stile”. Dovrebbe spaziare, divertirsi, godersi il bello che quest’arte ci concede senza restare ferma nella propria comodità.
Teatri e cinema sono rimasti chiusi praticamente per tutta la durata dell’emergenza pandemica e sono stati gli ultimi luoghi culturali ad aver riaperto. La cultura è davvero “non necessaria”?
Sono luoghi di lavoro e come tali meritano di esistere perché sono fonti di sostentamento come altri.
Una mia cara professoressa di filosofia mi diceva sempre che i grandi filosofi hanno potuto permettersi di pensare perché avevano “la pancia piena”.
Quando non sai se riuscirai ad avere almeno un pasto al giorno difficilmente ti porrai i grandi quesiti sulle origini del mondo.
Questo purtroppo è esattamente quello che è successo durante la pandemia.
Quindi non mi meraviglio che la cultura abbia avuto un arresto.
Mi meraviglio che non si sia data importanza in egual modo a chi aveva bisogno di lavorare.
Mi descriveresti il lavoro artistico di Larissa Cicetti con un’immagine e con 3 parole?
Mi viene subito in mente una sfera: se la metti su una superficie morbida scorrerà a fatica ma comunque se accompagnata, anche se a fatica, potrà scorrere.
Ma se la metti su una superficie liscia, scorrerà liberamente, tanto da non sembrare più nemmeno la stessa sfera.
Sulle 3 parole ho più difficoltà ma ci provo!
Direi Testa, Intimità e Coraggio.
(© The Parallel Vision ⚭ _ Paolo Gresta)