Cultura Musica

David Bowie, 5 canzoni in ricordo del Duca Bianco

David Bowie, 5 canzoni per celebrare il Duca Bianco

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David Robert Jones, in arte David Bowie (Londra, 8 gennaio 1947 – New York, 10 gennaio 2016)

Pochi giorni al compleanno e allo stesso tempo all’anniversario della scomparsa di David Bowie.

Unico e immenso artista che in colpo solo ha rivoluzionato il mondo della musica, della moda e della cultura pop di tutto il mondo.

In una parabola lunga più di 50 anni, Bowie ha piantato semi di sfavillante creatività di cui ancora oggi se ne vedono i frutti a ogni latitudine.

Geniale, generoso, incapace di conformarsi alle mode del tempo ma al contrario in grado di crearne.

Uomo e musicista in evoluzione continua.

Stella polare per intere generazioni di artisti.

David Bowie ha sempre raccontato il suo tempo da un’angolazione unica.

Scegliendo la via della sperimentazione continua filtrata attraverso il suo innato gusto pop, che lo ha reso uno dei giganti della cultura del XX secolo.

Sono passati 7 anni da quel 10 gennaio 2016.

Quando cioè Bowie sorprese il mondo intero abbandonando la vita terrena per trasferirsi definitivamente in mezzo alle sue amate stelle.

Mentre l’8 gennaio 2023 si sarebbe celebrato il suo 76esimo compleanno.

David Bowie: 5 canzoni per il Duca

Per questa doppia ricorrenza abbiamo voluto dedicare al Duca un piccolo omaggio attraverso la sua eredità più preziosa: quelle canzoni che hanno segnato e segnano tuttora il nostro quotidiano.

Pezzi che ci stanno a cuore, senza la pretesa di indicare i migliori ma con la semplice voglia di condividerli con voi.


Heroes (1977)

Stratosferico brano firmato dalla Santa Trinità David Bowie – Brian Eno – Robert Fripp (con Tony Visconti in regia), “Heroes” è art-rock allo stato puro.

Inserito dalle maggiori riviste di musica del mondo tra le 100 canzoni più importanti di tutti i tempi, “Heroes” è un brano ispirato dalla musica del gruppo tedesco di krautrock Neu! e dai Velvet Underground, band adorate da Bowie.

Il suo impatto sul mondo si può riassumere in quello che disse il governo della Germania il giorno della morte del Duca Bianco.

Bowie infatti suonò “Heroes” il 6 giugno 1987 al Reichstag tedesco nella Berlino Ovest.

Nel gennaio 2016, la Germania ringraziò l’artista inglese per aver dato un contributo importante all’abbattimento del Muro di Berlino.

Aggiungendo: “Adesso anche tu sei tra gli eroi“.


Space Oddity (1969)

Una delle ballad acustiche più belle, desolanti e poetiche di sempre.

Molti film mi hanno profondamente impressionato negli anni ’60” ha raccontato Bowie.

E uno dei più importanti è stato ‘2001: Odissea nello spazio“.

Lo collegavo al senso di isolamento. Questo e diversi altri elementi modellarono molte delle mie performance e forse hanno predetto il mio stile di vita negli anni ’70“.

Space Oddity” ha contribuito, per molte firme prestigiose del giornalismo musicale mondiale, a plasmare il rock and roll.

Il senso di isolamento e di vuoto che permea il pezzo e che viene trasmesso dalla scarna chitarra acustica e dalla voce dolente del cantante rappresentano simbolicamente per alcuni la fine dei fantastici anni ’60.

E l’ingresso in un decennio pieno di inquietudini e paure.

Space Oddity” detiene il primato di 45 giri di Bowie più venduto nel Regno Unito.

Innumerevoli le cover del brano realizzate da artisti di tutto il mondo.


Starman (1972)

Starman” è stato il primo singolo estratto da “The Rise and Fall of Ziggy Stardust and the Spiders from Mars“, disco-manifesto dell’intera estetica bowieana.

Ed è considerata tra le canzoni maggiormente influenti dell’intero repertorio del Duca Bianco.

L’uomo delle stelle porta con sé una delle melodie più fulminanti e indimenticabili di tutto il corpus creativo dell’artista.

John Peel definì il brano “un classico, una gemma” dipingendo Bowie come “il più importante e sottovalutato innovatore nella musica pop contemporanea in Gran Bretagna” assieme a Kevin Ayers.

Starman” è stata largamente usata all’interno della cultura di massa tra cinema, teatro, televisione.

Ma anche durante le campagne elettorali di alcuni politici.

La sua innata universalità ha moltiplicato i possibili significati dietro alle liriche del pezzo.

C’è chi ci ha visto un’entità aliena che comunica con i ragazzi della Terra attraverso la radio.

Chi addirittura una seconda venuta di Cristo, il Creatore extraterrestre che era già stato sul nostro pianeta e che torna per controllare la situazione.

Chi infine la metafora della rockstar divenuta figura divina che domina dall’alto il suo pubblico.

Bowie tuttavia confessò a William Burroughs che Ziggy Stardust, il presunto “Starman“, non è l’uomo delle stelle ma solo il suo messaggero terreno.


Life on Mars? (1973)

A mio modestissimo parere, la più bella canzone pop mai scritta nella storia della musica moderna. La più bella.

Commovente, epica, pura, portatrice di una bellezza cristallina senza eguali, “Life on Mars?” va oltre il concetto di capolavoro.

Mai scrittura è stata più ispirata, toccando vette appannaggio di pochi, pochissimi dei della canzone.

Bowie, parlando della ragazza protagonista del pezzo, racconterà nel 1996: “Penso che si senta tradita, che sia delusa dalla realtà“.

Penso che, pur vivendo una realtà deprimente, sia convinta che in un luogo imprecisato c’è una vita che vale la pena di vivere e che sia amaramente insoddisfatta per il fatto di non avervi accesso…“.

Suppongo che adesso mi farebbe pena, all’epoca provavo una sorta di empatia con lei“.

Il Daily Telegraph ha messo “Life on Mars?” al primo posto tra le 100 migliori canzoni di tutti i tempi.


Changes (1972)

Brano che racconta dei tanti fallimenti del Duca e di quanto i cambiamenti possano rivelarsi critici, “Changes” porta con sé un grande conflitto interiore.

E un seme di rabbia verso la generazione dei genitori, precedente ai figli dell’epoca a cui Bowie si rivolge.

Non particolarmente fortunata appena venne rilasciata sul mercato, “Changes” prenderà via via quota divenendo col tempo una delle canzoni-simbolo dell’artista.

Quella che secondo lo stesso cantante partì come “parodia delle canzoni da nightclub, una cosa usa e getta” diventò invece “questo mostro che nessuno smetterebbe mai di chiedere durante i concerti…“.

Non avevo idea che sarebbe diventato così popolare“.

The Parallel Vision ⚭ _ Paolo Gresta)

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