25 novembre 1974 – Nick Drake e quel dolce conforto del finale

Che sia liberazione o dannazione, una morte è sempre una morte. La fine di tutto.
Volendo ammettere tuttavia qualche debita eccezione, bisogna tenere in stretta considerazione quella di Drake.
Scomparso il 25 novembre 1974 in giovane età e in circostanze ancora avvolte nel mistero, Nick Drake è uno dei cantautori statunitensi su cui buona parte della generazione di grandi musicisti a seguire reggerà le sue basi.
In vita produce solo poco meno di 3 ore di musica tutta concentrata sul folk e la ballata intimista, acustica.
Qualcosa da pelle d’oca in un mondo timido solo di fronte alla sua stessa sensibilità.
Una chitarra al posto di una bacchetta
Quello di Drake è un gusto antico, lo capiscono in pochi. Impalpabile, felicemente delicato.
Ma lontano orbite da chi a quei tempi ascoltava musica.
Da una società tutta incastrata nelle sue tremende contraddizioni tra l’essere e l’esibire, tra il millantare e il non proferire.
Drake è il mago di “Five Leaves Left“, di “Bryter Layter“.
Di fenomenali sketch d’illusione che con una chitarra al posto di una bacchetta compaiono e scompaiono davanti agli occhi.
Nick è oltremodo timido. Non ama i live.
Pensa di non esserne all’altezza, di non aver superato il limite della profonda insicurezza che lo ha messo al mondo.
Pensa di saper solo scrivere, fare canzoni, come quelle lì, forse anche qualcosa di meglio.
Pink Moon
E allora registra “Pink Moon“, l’ultimo album prima di smettere anche di pensare.
D’altronde fare della musica la sua più eclatante manifestazione dell’esserci è davvero un miracolo per un ragazzo amante dello sport, della ricercatezza, della solitudine.
E – forse vi sorprenderà – della speranza.
Elemento, quest’ultimo, che in tanti non hanno mai colto nonostante fosse chiaro in ogni strofa.
La bellezza della luce, l’esistenza della via d’uscita, il tepore di quel conforto che arriva dalle piccole cose vive.
“Drake il cupo“, “Drake il depresso“, “Drake il suicida” diranno.
Forse era solo Nick che aveva ecceduto involontariamente con una dose in più di amitriptilina.
Lasciando a tutti, indistintamente, in ogni tempo a venire, il pretesto per guardarci più dentro.
(© The Parallel Vision ⚭ _ Elisa Mauro)