#Intervista: Lucrezia Calzoni, “Mai fermarsi o sentirsi arrivati”

Giovanissima attrice e autrice, Lucrezia Calzoni ha da poco debuttato nella regia teatrale con “Lucia Fonte” durante il Festival Teatramm’ 2022 al Marconi, vincendo il premio di miglior regia della manifestazione all’interno del contest “Goldoni Oniric Show”.
“Recitare mi fa sentire completa al 101%” dice l’artista originaria di Marsciano (Perugia) e adottata da Roma.
E infatti Lucrezia è attualmente in tournée in giro per l’Italia con lo spettacolo “MES (Menzogne Estremamente Sincere)” di Emiliano De Martino.
Oggi questa giovane promessa dello spettacolo nostrano mi ha raccontato qualcosa in più della sua parabola artistica e personale regalandomi il suo punto di vista sull’arte, la recitazione, la cultura del lavoro.
E mettendo in chiaro come “sia fondamentale crearsi anche una propria dimensione” in un mondo che vive un enorme afflusso di persone che fanno e vogliono fare il mestiere dell’attore e dell’attrice.
Mi racconti da dove nasce la storia artistica di Lucrezia?
Beh, potrei dire che è partita all’interno delle mura di casa, a Perugia.
Ho sempre preparato mini show per genitori e parenti spaziando dalla danza, al canto, a scenette di cartoni animati.
Addirittura alle elementari mi esibivo davanti a tutta la scuola, insegnanti compresi, con l’imitazione delle mie maestre. Diciamo che poi ho deciso di farlo davvero.
La prima passione è stata la danza, dall’età di 6 anni fino a circa un anno fa e ancora adesso se mi capita mi piace liberarmi ballando.
Ma la mia fame di avere e sentire di più mi ha portata poi al Musical, a Milano, dove specialmente con la recitazione ho scoperto nuove emozioni, un nuovo battito cardiaco in me e da poter trasmettere agli altri.
Da lì è partita la mia nuova vita a Roma, all’insegna dello spettacolo, del cinema, della cultura.
Ho confermato ciò che ho sempre saputo fin dall’interpretazione di Crudelia Demon nella casa di campagna a Perugia: recitare mi fa sentire completa al 101%.
Il cinema, il teatro, il potere della parola o di solo uno sguardo fanno bene all’anima.
Da quanti anni fai questo lavoro? E da allora com’è cambiato il tuo modo di intraprendere iniziative artistiche?
Io ufficializzerei l’inizio a circa 2 anni fa, quando davvero ho deciso che l’essere attrice sarebbe stato il mio lavoro e la mia vita.
Non è facile prendere una strada in questo mondo, non sapevo a chi rivolgermi, non avevo intorno persone nell’ambiente che potessero un po’ guidarmi o mostrarmi la via.
Quindi procedevo a istinto, sapevo di dover fare e fare, mi candidavo a qualsiasi cosa.
Ero iscritta a non so quanti gruppi Facebook, Instagram, siti internet di provini e mi lanciavo un po’ ovunque, per esperienza, per non sentirmi ferma.
Ora ho trovato una mia dimensione e continuo a costruirla.
Piano piano tutto questo fare e fare mi ha aperto uno spiraglio verso una linea da seguire.
Ho incontrato persone, avviato contatti e mi sono creata un mio giro, delle situazioni.
Ho iniziato a scegliere, a prendere ciò che può essermi costruttivo, valutando e tutelandomi.
Sento di andare nella mia giusta direzione.
Domanda retorica (forse): l’emergenza Covid quanto ha inciso sulla tua attività?
Devo dire la verità: le vere opportunità per me sono partite proprio in contemporanea al periodo pandemico.
Ho avuto modo di collaborare con grandi artisti sia in ambito teatrale che cinematografico, quindi mi ritengo molto fortunata.
Com’è stata l’esperienza del Festival Teatramm’ al Teatro Marconi?
Per me è stata la prima volta al Festival e ho avuto l’opportunità di viverlo a 360 gradi.
Ho partecipato al contest interno “Goldoni Oniric Show” organizzato dalla EDM Factory di Emiliano De Martino grazie al quale ho debuttato con la mia prima regia “Lucia Fonte”.
Ho messo in campo le mie doti e la mia creatività sottoposte al parere di una giuria di tutto rispetto.
Ho amato quell’atmosfera di sana competizione, entusiasmo e grande soddisfazione che respiravo
E poi è sempre un piacere vedere sul campo vari artisti dai quali si può solo che imparare.

Al momento di cosa ti stai occupando?
Sono ancora in tournée con lo spettacolo “MES (Menzogne Estremamente Sincere)” di Emiliano De Martino.
Sto poi continuando la mia formazione alla EDM Factory e poi chissà…
La voglia di fare e la determinazione non mancano mai.
Parlami delle iniziative che hai in mente per i prossimi mesi
Sicuramente voglio continuare a studiare, crescere sempre di più su ogni fronte, imparare a gestirmi in toto: come attrice, come regista e prossimo passo la produzione.
Voglio iniziare a capire come crearmi da sola, da zero senza dover per forza aspettare la chiamata o il provino.
Perché penso che di questi tempi con l’enorme afflusso di persone che fanno e vogliono fare questo mestiere sia fondamentale crearsi anche una propria dimensione.
Dimmi un progetto artistico di cui vai particolarmente fiera
Difficile parlare solo di uno.
Lo spettacolo “MES” è sicuramente un progetto che porto nel cuore, che mi ha permesso di crescere artisticamente e umanamente.
Ma lo spettacolo “Lucia Fonte” che mi vede per la prima volta regista mi ha regalato una soddisfazione maggiore delle mie aspettative, sia per il progetto in sé al quale ho dedicato tutta me stessa, sia per i miei attori.
Ho capito cosa significa davvero essere fieri di una propria creatura.
C’è una cosa che un’attrice non deve mai fare e un’altra invece che va sempre fatta?
Io penso che in generale non ci si debba mai fermare, mai sentirsi arrivati.
Perché è proprio lì che smettiamo di darci da fare e di impegnarci su noi stessi.
Specialmente per noi giovani generazioni è fondamentale procedere a piccoli passi e avere pazienza, riconoscere i propri successi e mettersi sempre in discussione.
Sperimentare fuori dalla zona di comfort e sapere che c’è sempre da imparare.

Teatri e cinema sono rimasti chiusi praticamente per tutta la durata dell’emergenza pandemica e sono stati gli ultimi luoghi culturali ad aver riaperto. La cultura è davvero “non necessaria”?
La pandemia ha portato alla luce problemi purtroppo già esistenti nel mondo dell’arte e della cultura in generale, infatti è stato uno dei settori più colpiti, se non il più colpito.
La cultura è fondamentale.
Abbiamo citato teatri e cinema, luoghi culturali, luoghi di storie, di emozioni, di vite altrui esistite e non.
L’essere umano vive di emozioni, abbiamo tutti bisogno di un’evasione mentale, di leggerezza, ma anche di riflessione, di critica, di confronto e questi luoghi li racchiudono tutti.
Abbiamo bisogno di vita, di sentirci parte di un qualcosa, di riconoscerci.
Credo che l’Italia necessiti di un’educazione artistica, alla pari di quella scolastica.
L’arte è terapeutica.
Mi descriveresti il lavoro artistico di Lucrezia Calzoni con un’immagine e con 3 parole?
Gran bella domanda… Mi viene in mente una cosa un po’ particolare: la “Notte stellata” di Van Gogh.
Ma al posto del paese sottostante vedo un campo pieno dei suoi tipici girasoli.
Vado sempre in crisi quando devo riassumere tutto in 2/3 parole, dunque: passione, determinazione e “cazzimma” si può dire?
(© The Parallel Vision ⚭ _ Paolo Gresta)