#Recensione: Scarabocchi, versi in musica o musica in versi?
“Stasera condivideremo una serata sperimentale“.
Così, fra qualche risata e tanta voglia di mettersi in gioco, Giuseppe Mortelliti e Simone Martino hanno accolto il pubblico del Teatro Trastevere in occasione del reading in musica “Scarabocchi”.

Il progetto
Giuseppe Mortelliti, attore e autore teatrale, formatosi all’Accademia Nazionale Silvio D’Amico, ha da poco creato il format “Scarabocchi”, video poesie di parole e immagini, originariamente pensato per piattaforme telematiche.
Con la riapertura dei teatri, questo progetto ha modo di iniziare il suo viaggio dal vivo.
“Scarabocchi” è una serata di versi in musica, dove i testi, inediti, si intrecciano con la musica dal vivo di Simone Martino.
Non è certo semplice affrontare la scommessa del riuscire a portare sul palcoscenico un progetto che nasce per delle piattaforme online.
Ma, con semplicità e garbo, la sperimentazione di Giuseppe ci ha permesso, lo scorso 17 luglio, di ascoltare le sue poesie e lasciare che le parole disegnassero immagini nella fantasia di ciascuno dei partecipanti alla serata.
“Ho iniziato a scrivere poesie come tutti da ragazzo, per comprendere i miei sentimenti e quello che stava succedendo nella mia vita“
Lo spettacolo al Teatro Trastevere
Non poche le difficoltà tecniche che i 2 artisti hanno dovuto affrontare in scena, a partire dalla strumentazione elettronica che ha scelto di smettere di funzionare pochi istanti prima del via.
Anche per questo motivo voglio che arrivi ai 2 artisti il nostro augurio e il sincero incoraggiamento per nuove prime senza intoppi.
Uno spazio teatro quello del Trastevere che si è ha mostrato, ancora una volta, camaleontico nella sua capacità di adattamento alle esigenze degli artisti in scena.
E nel caso di “Scarabocchi” per un format probabilmente più adatto a situazioni maggiormente intime e possibilmente godendo di un buon drink da sorseggiare ascoltando scarabocchi in versi.
Il titolo infatti calza benissimo con lo schema strutturale della pièce proposta.
Le strofe di Mortelliti sono caratterizzate da parole scarabocchiate: termini che giocano fra loro a rincorrersi sullo schema di un domino ideato con cura.
Quando le tessere-parole cadono tutte, si definisce il disegno intero del componimento stesso.
Speranza, amore e tempo che passa sono le tematiche principalmente affrontante durante la serata.
Temi sottolineati dall’accompagnamento musicale di Simone Martino, equilibrista della musica e delle sensazioni condivise.
Il progetto è interessante ma ha bisogno di non avere paura di insistere su ciò che lo definisce maggiormente: lo scarabocchio.
Lo scarabocchio è la forma grafica più importante per un bambino.
Identifica senza chiudere in alcun prodotto.
Lascia libere forme e formati, (im)pressioni dei gesti e identità sensoriali.
Allora lasciamo a queste parole e alla musica ad essa associata il diritto di scarabocchiare fino in fondo per non perdersi nel mare magnum di citazioni anonime.

Note a margine
Molto carina l’idea di omaggiare tutti i presenti, al termine della performance, con una piccola scatolina di cartone costruita da Giuseppe Mortelliti e contenente i versi delle poesie proposte.
Un modo per continuare a scarabocchiare fra di noi, passeggiando fra i vicoli di Trastevere.
(© The Parallel Vision ⚭ _ Raffaella Ceres)