Invito a Teatro: aspettando il Teatro Trastevere
Riuscite a immaginare una vita senza un “Invito a Teatro”? Io no. Quelle sere fatte di attese, risate, applausi e magari qualche lacrima.
Quelle volte in cui ci siamo chiesti se il monologo, la commedia o il dramma in scena, fosse stato scritto proprio per noi.
Perché il Teatro è anche questo: un dialogo sincero con il pubblico in sala.
Ho pensato che dare idealmente voce proprio ai teatri che in questi anni hanno accompagnato i nostri racconti, fra le pagine virtuali di The Parallel Vision, potesse rivelarsi un omaggio a questa preziosa arte.
29 brevi articoli, come il numero dei teatri presenti nella rubrica #Club29.
Al Teatro Trastevere il compito di aprire questo speciale appuntamento condizionato dallo stravolgimento di ogni regola a causa del Covid-19.
2 domande per un momento di riflessione da condividere come se fossimo seduti in platea.
Il progetto Teatro Trastevere nasce nel 2009 con l’obiettivo di recuperare uno spazio nuovo per il teatro, uno luogo rimasto abbandonato dopo essere stato anche una sala cinematografica.
Fedele al suo impegno il Teatro Trastevere è una realtà dove la sperimentazione trova la sua giusta dimensione fra spettacoli per grandi e per piccini.
Ha risposto alle nostre domande il suo direttore artistico Marco Zordan.

C’era una volta il Teatro Trastevere: se dovessi compilare la sua carta d’identità, cosa scriveresti?
Abbiamo tentato negli anni di dare al Teatro Trastevere una carta d’identità sempre più definita, che vada oltre la tipologia dei singoli spettacoli ma che si basi su idee, principi e fondamenti che riteniamo importanti.
Pensiamo di aver costruito uno spazio accogliente, in cui le idee valgono più delle economie, in cui il bello vale più dell’utile, in cui speriamo di aver meravigliato chi ci sia venuto a trovare con gli spettacoli che abbiamo scelto in questi anni di gestione.
Un luogo dove poter creare liberamente un teatro diverso, moderno, che parli della realtà, della nostra comunità e delle sue storie.
Un luogo dove abbiamo sempre avuto cura dell’eredità che i maestri di teatro, cinema e dell’arte tutta in generale ci hanno tramandato.
Una casa, fondata su valori universali, quali passione, bellezza, gentilezza, solidarietà.

Ma oggi c’è ancora! Sogni, progetti e speranze per il dopo quarantena
Sì, ad oggi ci siamo ancora e speriamo di riuscire a rimanere in vita in questo periodo in cui economicamente saremo messi a dura prova.
In questi giorni di quarantena abbiamo tentato di lanciare ogni giorno messaggi di speranza e riflessioni: buone pratiche umane e artistiche dalle quali intendiamo ripartire.
Stiamo tentando di fare rete con altri spazi a noi simili per grandezza e struttura perché crediamo che questo momento abbia necessità di aggregazione e in qualche modo la facilità.
Per il futuro attendiamo di capire le modalità con cui lo spettacolo dal vivo sarà fruibile, ma sicuramente anche per pochi spettatori tenteremo di mantenere viva la fiamma.
Stiamo elaborando, insieme alla compagnia del teatro, alcune forme di spettacolo “alternative” che si adattino ai tempi.
Anche i temi crediamo debbano cambiare, ripartire dalla comunità di riferimento e dalla specificità dello spettacolo dal vivo (la presenza fisica): queste saranno le basi su cui ripartire.
Terremo fede poi alla nostra vocazione di accoglienza, implementando per quanto possibile il sistema delle residenze, co-produzione e sala prove in cambio di un biglietto per assistere ai primi spettacoli che vedranno luce nel post quarantena.
Un modo per riempire nuovamente i teatri e tornare ad abitare gli spazi.
Il teatro non è il paese della realtà: ci sono alberi di cartone, palazzi di tela, un cielo di cartapesta, diamanti di vetro, oro di carta stagnola, il rosso sulla guancia, un sole che esce da sotto terra. Ma è il paese del vero: ci sono cuori umani dietro le quinte, cuori umani nella sala, cuori umani sul palco.
Victor Hugo
(© The Parallel Vision ⚭ _ Raffaella Ceres)