“Il sapere fa spettacolo”. Con queste parole Luca Pietromarchi, Magnifico Rettore dell’Università Roma Tre, ha introdotto la serata dello scorso 3 maggio dedicata alla prima nazionale dello spettacolo “Persone naturali e strafottenti” e ha omaggiato l’attività che il Teatro Palladium svolge sia come realtà positiva all’interno del circuito artistico romano, sia come parte integrante del fermento accademico che coinvolge la più giovane fra le università statali romane.
Nel mezzo di quel processo che lo stesso Pietromarchi definisce “un punto di svolta per la crescita del teatro situato nel cuore di Garbatella“, si inserisce la presentazione della commedia teatrale in due atti scritta nel 1973 da Giuseppe Patroni Griffi che la critica dell’epoca descrisse al suo debutto come “altamente provocatoria“.
Generare reazioni, possibilmente positive, è di certo lo scopo del nuovo (ri)lancio del Teatro Palladium e al tempo stesso l’obiettivo della complessa pièce di “Persone naturali e strafottenti” incentrata sul ruolo di Mariacallàs, un travestito che Patroni Griffi aveva usato già nel romanzo “Scende giù per Toledo” (Garzanti, 1975).
È l’ultimo dell’anno, siamo a Napoli e la casa di Donna Violante è l’alcova per una notte di follie fra i due giovani Fred e Byron, offerta loro dal non più giovane Mariacallàs. La vicenda è in realtà solo la scusa per attraversare il mondo delle intenzionalità e delle parole nascoste.
Parole che sono le vere protagoniste di questa impegnativa prova teatrale che ha visto gli attori in scena partecipi di dialoghi complessi che rivelano durante l’intero svolgersi della commedia la vita dei protagonisti, i loro sogni ma soprattutto le loro fragilità. Violante rappresenta tutte le donne che molto sanno senza aver potuto mai vivere pienamente il loro essere e la poliedricità di Marisa Laurito ne ha reso imponente e al tempo stesso divertente l’immagine e l’anima. Mariacallàs racconta tutto ciò che è scomodo eppure in qualche modo indispensabile, l’equilibrio instabile fra l’essere e il non essere. La prova di Filippo Gili, poi, è di grande valore professionale.
Fred e Byron sono espressione delle contraddizioni di ogni tempo, la voce del coraggio di chi si espone e il rabbioso sussurro di chi non riesce a farsi ascoltare. Convincenti dunque nei loro ruoli anche Giovanni Anzaldo e Federico Lima Roque.
Un anno nuovo è un anno vergine, un anno vuoto è un anno da riempire. Ma riempire con cosa? Questo il cuore di un tema importante come quello dell’omosessualità che presta la sua delicata anima a pubblico e attori e avvolge la serata con un mantello quasi materno, pronto ad accogliere ogni emozione suscitata.
“In un’epoca in cui si identifica tutto, è necessario identificare anche gli identificatori”
“‘Persone naturali e strafottenti‘ è un testo crudo, poetico e visionario, fra il grottesco, il cinico e il surreale“, si legge fra le note di regia. Per questa speciale occasione il testimone è passato fra le mani della sapiente regia di Giancarlo Nicoletti e prodotto da Altra Scena Art Management e Sycamore T Company.
Il talento di Nicoletti ha saputo disegnare con maestria il delicato confine fra ciò che consideriamo provocatorio e ciò che identifichiamo come espressione delle idiosincrasie più comuni. La scenografia è fatta di elementi canonici e di eccessi stilistici, la recitazione si articola fra pensieri riconoscibili e parole di cui ignoriamo il valore e i due atti stessi della commedia ci offrono concretamente due diversi punti di vista della stessa realtà.
“Persone naturali e strafottenti” è uno spettacolo di tutti ma non per tutti. Goderne significa provare anche ad allontanarsi da pregiudizi e aspettative. È il teatro che educa senza pretendere. Così come può fare solamente un bravo maestro.
(© The Parallel Vision ⚭ _ Raffaella Ceres)