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Mostre Roma aprile 2024, il weekend della Capitale

Mostre a Roma aprile 2024: 11 mostre scelte dalla redazione per capire cosa fare a Roma questo weekend

Mostre Roma aprile 2024, il weekend della Capitale. 11 proposte

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Ouka Leele

Cosa fare a Roma questo weekend?

Per l’arte contemporanea, Roma pullula come sempre di proposte culturali per i vostri giorni di svago e leggerezza.

The Parallel Vision segue molto attentamente soprattutto quegli spazi piccoli e medi che scoppiano di creatività e iniziative da non lasciarsi sfuggire.

Tra le tantissime mostre a Roma aperte in questi giorni ne abbiamo scelte 11 che ci sembravano particolarmente interessanti.

Vi auguriamo uno splendido fine settimana romano pieno di arte e cultura.


Mostre a Roma aprile 2024: le nostre proposte

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(Foto: Giorgio Benni)

“Prehensile”, personale di Beatrice Tabacchi – Richter Fine Art

Prima mostra personale in galleria per Beatrice Tabacchi.

Il titolo della mostra si ispira al concetto evolutivo di prensilità” afferma l’artista.

La qualità di un’appendice o di un organo che, per garantire la sua sopravvivenza, si adatta all’ambiente e muta per afferrare o trattenere, come una mano o una coda“.

La connessione e la presa portano con sé varie possibilità di risignificazione e di evoluzione“.

Le composizioni in questi nuovi lavori vengono ritrovate nella trasversalità degli stati embrionali e metamorfici, legati all’archetipo dell’iniziazione come qualcosa di prensile“.

Informazioni


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“Una movida Bárbara”, personale di Ouka Leele – Museo di Roma in Trastevere

Dal 17 aprile al 7 luglio 2024 sarà allestita la prima mostra personale dell’artista madrilena.

Il tutto nell’ambito del ciclo organizzato con l’Ufficio Culturale dell’Ambasciata di Spagna a Roma e dedicato al movimento culturale degli anni ’80.

L’esposizione ripercorre l’intera carriera di quest’artista vincitrice del Premio Nazionale di Fotografia nel 2005.

Presentando opere dalla sua prima esposizione, “Peluquería“, fino agli ultimi lavori come la serie scattata nelle Asturie “A donde la luz me lleve“.

O quella di disegni con motivi botanici “Floreale“.

Offrendo una visione complessiva dell’universo creativo di Ouka Leele.

In mostra circa 100 opere di diverse dimensioni, formati e tecniche (alcune delle quali originali) integrate da materiale documentario, prove di stampa, cataloghi, manifesti.

Oltre al materiale di merchandising prodotto con le sue immagini.

Informazioni


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“Weaponised Nostalgia & Where The Wild Things Are”, doppio solo di Ben Ashton  e Matthew Grablesky – Dorothy Circus Gallery

Ben Ashton presenta “Weaponized Nostalgia”, una ricca esplorazione stilistica che incarna l’evoluzione di questo pittore.

Le più che intriganti opere di Ashton disvelano una profonda ricerca sull’arte classica e sul costume vittoriano.

Altrettanto quanto un profondo studio della natura umana e dei suoi sentimenti.

Un approccio visionario tipico dell’arte contemporanea dei nostri giorni.

Con la sua nuova mostra “Where the Wild Things Are”, Grabelsky ci porta in un viaggio che passa attraverso la metropolitana di NYC e attraversa un mondo sotto il mondo.

Dove i suoi soggetti, creature quasi di rimando mitologico con corpi umani e teste di animali, sono l’incarnazione del nostro sé interiore.

Il nostro subconscio nascosto portato in vita sulle tele sapientemente dipinte da Grabelsky con una tecnica raffinata e d’ispirazione classica.

Informazioni


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“Collateral Histories”, doppia personale di Giulia Parlato e Giovanna Petrocchi – Galleria Eugenia Delfini

In mostra vengono presentati, come fossero parte di un’unica installazione:

  • alcuni collage digitali di Petrocchi dalla serie “Magic Lanterns” (2020-ongoing)
  • alcune fotografie analogiche di Parlato dalla serie “Diachronicles (2019-2022)
  • un inedito corpus di fotomontaggi in bianco e nero e oggetti 3D appartenenti alla serie fotografica “Collateral Histories” realizzata in collaborazione tra le 2 artiste nel 2020 a partire da una commissione di Art Licks Magazine

I lavori selezionati mettono in questione la relazione tra fotografia, narrazione storica e la museologia attraverso l’esplorazione della fotografia documentativa.

Ma anche del collage fotografico e l’utilizzo di alcuni oggetti stampati in 3D.

In particolare, nella serie “Collateral Histories“, Parlato e Petrocchi si sono chieste:

Che responsabilità hanno le politiche museali e la fotografia documentaria nel costruire verità storiche, narrative culturali e immaginari comuni?
È possibile reimmaginare il passato?
Esiste un’unica storia o più storie?

Informazioni


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“¡Qué pena!” e “Trama”, doppia personale di Josefina Alen e Martín Fernández – Gilda Lavia

Josefina Alen realizza i suoi lavori su cartapesta e carta di giornale e presenta una nuova serie di pitture nelle quali la memoria ha un ruolo centrale.

Attraverso i ricordi ingrandisce, deforma e ricolloca oggetti di uso quotidiano, spesso ispirati da un immaginario pop degli anni ’90.

Fernández utilizza invece il disegno come piattaforma espressiva creando un linguaggio in cui convivono immaginari di diversa natura.

Sfondi neri, geometrie marcate, scale dissolte e reticoli trasformano i suoi disegni in spazi psichici.

Espressioni di un immaginario simbolico e cangiante che invita l’osservatore a immergersi in questa progressione planimetrica.

Informazioni


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“Sequences”, personale di Federico Arcuri – EmmeOtto Arte

Arcuri indaga, in maniera profonda, la differenza tra “individuo” e “persona” per comprendere l’identità umana.

Il tutto attraverso una serie di riflessioni sul significato intrinseco delle 2 parole.

Mentre la prima distingue l’aspetto fisico e biologico di ognuno di noi che ci rende diversi agli occhi degli altri, la seconda considera l’esperienza umana.

La totalità delle caratteristiche emotive, sociali, culturali, psicologiche, la ricchezza dell’interiorità, la dimensione soggettiva.

L’artista traspone la vasta e variegata identità umana nella sua traduzione artistica.

In che modo? Sottolineando l’unicità e la complessità del singolo attraverso le proprie esperienze e relazioni.

E interrogandosi sulle “sequences” del DNA, una successione di informazioni, legami e mappe che parlano di “noi” e del nostro essere diversi.

Informazioni

  • Galleria EmmeOtto Arte – Via di San Pantaleo 66
  • Fino al 31 maggio 2024
  • Mail: info@emmeotto.net

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“Dolci assenze”, personale di Giada Rotundo – Galleria Triphè

L’operare di questa giovane artista aspira a una sorta di “magia” tale per cui il contenuto dei suoi lavori non arriva mai a essere sovrastato dalla pittura.

Siamo in presenza di elaborati artistici che, nella loro semplicità segnica, si fanno austeri, quasi sospesi ed eterei, in una sorta di stimolante eclissi.

La mostra di Giada Rotundo propone una serie di opere che vanno dalla figurazione fino all’astrazione.

Nei lavori dell’artista il silenzio è sempre una componente costante.

Un lavoro artistico minimale che punta diretto allo sguardo e alla mente dell’osservatore.

Proponendosi, così, in tutta la sua essenza.

Informazioni

  • Galleria Triphè – Via delle Fosse di Castello 2
  • Fino al 10 maggio 2024
  • Mail: info@triphe.it
  • Tel: 366-1128107

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“Rino Gaetano” – Museo di Roma in Trastevere

Parte da Roma il viaggio nel mondo di Rino Gaetano con la prima mostra dedicata al grande cantautore che ha segnato un’epoca nella musica italiana.

Iconico poeta dallo stile unico e tagliente, Gaetano ha saputo graffiare società e politica senza mai nascondersi dietro etichette e maschere.

Riuscendo, attraverso pensieri anticonformisti e parole semplici, a portare alla luce gli anni bui della nostra nazione.

Un’esposizione inedita nata dalla ricerca di materiali, molti dei quali esposti per la prima volta, che documentano l’intero cammino artistico di Rino Gaetano.

Arricchita da “tante rarità” di assoluto valore concesse per l’occasione dalla sorella Anna:

  • documenti
  • foto
  • cimeli artistici
  • la raccolta dei dischi
  • video
  • strumenti musicali
  • oggetti
  • abiti di scena

Informazioni


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“Una macchina è una macchina”, doppia personale di Vincenzo Agnetti e Tomaso Binga – Galleria Erica Ravenna

Un dialogo tra 2 artisti che, a partire dagli anni ’60, hanno privilegiato l’uso della parola come medium espressivo.

Circa 30 opere, per la maggior parte inedite, intendono mettere a fuoco i punti di contatto tra Agnetti e Binga.

Questi, nonostante non si siano mai incontrati, hanno condiviso linguaggi comuni tra cui:

  • l’uso della poesia
  • le pratiche performative
  • la concezione dell’arte come un’operazione di sintesi

Erano gli anni della sperimentazione, dell’avvento di materiali extra-artistici e di più aggiornate tecnologie.

Tutti elementi che hanno ispirato e influenzato la ricerca nell’ambito dei nuovi linguaggi dell’arte. 

Informazioni


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Kikugawa Eizan, Raccolta moderna di bambini come tesori, 1809, Silografia policroma, 26,3 x 38,6 cm, ©Courtesy of Museo d’Arte Orientale E. Chiossone 

“Il mondo fluttuante. Ukiyoe. Visioni dal Giappone” – Museo di Roma a Palazzo Braschi

La mostra presenta 150 capolavori dell’arte giapponese di epoca Edo, tra il ‘600 e l’800.

Si focalizza su quello che è stato il filone artistico più innovativo del tempo e internazionalmente ancora oggi influente: l’ukiyoe

Letteralmente traducibile come “immagini del mondo fluttuante”, si tratta di un genere pittorico che include rotoli da appendere e da srotolare tra le mani.

Ma anche paraventi di grande formato, dipinti a pennello su seta o carta, oltre a stampe realizzate in policromia con matrice in legno su carta.

Sono rappresentati i più importanti maestri dell’ukiyoe, oltre 30 artisti, a partire dalle prime scuole seicentesche come la Torii.

Fino ai nomi più noti di Kitagawa UtamaroKatsushika HokusaiTōshusai SharakuKeisai Eisen e alla grande scuola Utagawa.

Questa rappresentò l’apice e forse anche il dissolvimento del genere quando i tempi stavano ormai cambiando.

Informazioni


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Dalla collezione Furtwängler – Terracotta, I secolo a.C. Francoforte, Liebieghaus Skulpturensammlung, inv.493 © Frankfurt am Main, Liebieghaus Skulpturensammlung / ARTOTHEK

“Fidia” – Musei Capitolini

La mostra è la prima esposizione monografica dedicata all’artista.

Il percorso storico-culturale accompagna il pubblico attraverso una vasta e preziosa selezione di oltre 100 opere tra:

  • reperti archeologici
  • originali greci e repliche romane
  • dipinti
  • manoscritti
  • disegni

Alcuni di questi esposti per la prima volta.

La mostra inaugura il ciclo di 5 mostre “I Grandi Maestri della Grecia Antica” dirette a far conoscere al grande pubblico i principali protagonisti della scultura greca. 

Informazioni

  • Musei Capitolini, Villa Caffarelli – Via di Villa Caffarelli
  • Fino al 5 maggio 2024
  • Tel: 060608 (tutti i giorni ore 9-19)
  • Web: www.museicapitolini.org

(© The Parallel Vision ⚭ _ Paolo Gresta)

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