Cultura

Intervista: Valentina Marini e il nuovo Fuori Programma

Intervista: Valentina Marini e il nuovo Fuori Programma Festival

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Valentina Marini

Valentina Marini presenta la nuova edizione di Fuori Programma, lo splendido festival internazionale di danza che arriverà in concomitanza dell’estate 2023.

La direttrice artistica dell’evento mi ha illustrato un po’ di novità sulla manifestazione.

Saranno 15 le realtà creative provenienti da tutto il mondo coinvolte nel nuovo progetto di Valentina.

Con tantissime altre sorprese che saranno svelate alla comunicazione del programma definitivo.

E il pubblico sarà sempre più coinvolto nel progetto.

Con l’occasione mi sono fatto raccontare anche la storia, umana e professionale, di una professionista che con gli anni ha compreso “il valore della trasmissione e del delicato ruolo di chi, a contatto con qualsiasi pubblico, ha il compito di non respingere ma avvicinare e unire“. 


Mi racconti da dove nasce la storia artistica di Valentina? 

Nasce dalla sala, da anni di pratica dove lo studio era il mio palcoscenico personale e dove ho in realtà capito che il palcoscenico vero non era il mio luogo.

La mia storia nasce da un primo incontro con la danza al seguito della mia amica del cuore dell’infanzia, seguito da un violento rigetto causato da una docente inadeguata.

Iscritta a un corso di pittura in un dopo-scuola per attività artistiche fui forzatamente reinserita un giorno in una classe di danza a causa dell’influenza della docente del mio corso di ceramica.

E fu l’inizio di un amore.

Ho compreso il valore della trasmissione e del delicato ruolo di chi, a contatto con qualsiasi pubblico, ha il compito di non respingere ma avvicinare e unire. 

Da quanti anni lavori nel mondo della danza? E da allora com’è cambiato il tuo modo di intraprendere iniziative artistiche?

Ho iniziato nel 1998 e da allora ho imparato a guardare questo mondo da diverse angolature.

Cercando di rinnovare il senso di quel che facevo in base al contesto e al progetto in corso.

Ho iniziato per uno slancio ingenuo di ragazza nel voler condividere con una platea qualcosa che per me era irrinunciabile.

Ho capito nel tempo che quel bisogno doveva essere esercitato e messo a sistema perché la percezione di interesse, significato e necessità di quel che proponiamo potesse lasciare un tempo, per rinnovarsi, nel tempo.

Sta per iniziare la nuova edizione di Fuori Programma Festival. Che cos’è e cosa succederà quest’anno sul palco?

    L’identità specifica di Fuori Programma è proprio questo andare fuori: dai palchi, dai luoghi chiusi.

    E abitare il paesaggio in forme sempre rinnovate.

    Forzati dalla pandemia a riscrivere il Festival in una dimensione outdoor, questo ci ha permesso di trasformare un problema in una risorsa.

    Dando così un nuovo corso al progetto e rendendolo specifico e differente rispetto alla programmazione invernale che invece abita i teatri indoor.

    Quest’anno ancora una volta sarà il Parco Alessandrino a costituire il centro nevralgico del progetto con attività partecipate e performance site specific come ogni stagione.

    A cui sarà accostata, quest’anno in apertura, la settimana di eventi all’arena del Teatro India.

    Il tutto dal 20 giugno al 7 luglio 2023.

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    (Foto: Andrea Caramelli)

    Quanti artisti hai coinvolto per questa nuova avventura?

    L’edizione 2023 vedrà insieme 15 realtà artistiche differenti portatrici di linguaggi da Francia, Svizzera, Israele, Spagna, Germania e naturalmente Italia.

    Il programma completo sarà svelato a fine aprile…

    C’è un concept o un’idea attorno a cui hai sviluppato l’edizione 2023?

    Nella prossima edizione, mantenendo la forte relazione con il paesaggio e i municipi che Fuori Programma attraversa, abbiamo rafforzato le attività partecipate.

    Oltre al coinvolgimento delle diverse comunità della città.

    Il fine è quello di costruire maggiori traiettorie che possano coinvolgere attivamente i pubblici.

    Permettendo loro di riscoprire attraverso la fruizione e visione del festival il piacere di abitare ambienti urbani della Capitale.

    Spazi che normalmente sfuggono alla road map delle aree di principale attrazione.

    Parlami di un progetto artistico di cui vai particolarmente fiera

    Sicuramente Orbita e la nascita del Centro di Produzione Nazionale della Danza.

    È il frutto di anni di lavoro ma soprattutto è solo il primo step di costruzione di un polmone vitale nella città di Roma che metta al centro la danza contemporanea.

    Senza peraltro chiuderne il perimetro, ma allargandolo stagione dopo stagione.

    C’è una cosa che secondo te una danzatrice non deve mai fare e un’altra invece che va sempre fatta?

    Non deve mai lavorare in modo meccanico e deve chiedersi perché e per chi fa quel che fa.

    E una direttrice artistica, invece?

    Non deve mai lavorare in modo meccanico e deve chiedersi perché e per chi fa quel che fa.

    Esattamente uguale.

    Mi descriveresti il lavoro artistico di Valentina Marini con un’immagine e con 3 parole?

    Penso a un caleidoscopio, a una dimensione in continuo mutamento ma che pur sempre costruisce molteplici forme e mappe che abbracciano una pluralità.

    The Parallel Vision ⚭ _ Paolo Gresta)

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