Nasce Mama Industry, gli strumenti dei “grandi” per le micro imprese

Si chiama Mama Industry e nasce da un’intuizione: offrire alle micro e piccole imprese gli strumenti delle grandi aziende.
MI vuole quindi affiancare i micro e piccoli imprenditori mettendo a disposizione un intero team di esperti di innovazione e rilancio, integrando diversi servizi come:
- consulenza e servizi per progetti di innovazione, ricerca e sviluppo
- consulenza e soluzioni per comunicazione e trasformazione digitale
- finanza agevolata per i progetti sviluppati
- ricerca e selezione di personale adeguato ad attuare i progetti ideati
- sviluppo di modalità che abbattano i muri di diffidenza e i costi economici, emotivi e di effort del primo contatto verso il cambiamento
Mama Industry: “Micro imprese sono ossatura d’Italia”
“Le microimprese […] costituiscono l’ossatura dell’Italia, che però ha la scoliosi” osserva Marco Travaglini, consulente d’azienda e fondatore di Mama Industry.
La classificazione delle imprese per classe di addetti, in accordo con gli standard Eurostat, definisce “microimprese” le realtà con meno di 10 addetti.
“Piccole imprese” invece quelle da 10 a 49 addetti. “Medie imprese” quelle da 50 a 249 addetti e “Grandi imprese” quelle con 250 addetti e oltre.
Da una fotografia del sistema economico italiano, emerge che questo è basato principalmente sulle microimprese, accentrate nella figura dell’imprenditore.
Secondo i dati INPS, in Italia ci sono 1.019.786 imprese (con oltre 3 dipendenti) che occupano 12.864.426 addetti, di cui 11,3 milioni di dipendenti.
Le microimprese (3-9 addetti) sono prevalenti e rappresentano il 78,9% del totale.
“Il Piano Industria 4.0 e sue evoluzioni promosso dal MISE non è tarato su questo tipo di aziende” continua Travaglini.
“Sebbene preveda sgravi fiscali e distribuzione di fondi, misure del genere risultano inadeguate“.
“Spargere soldi senza capirne il reale impatto non ha valenza d’investimento“.
“Le filiere hanno abbassato i margini, costringendo spesso a lavorare sotto guadagno in sub-appalto, mandando completamente in tilt il sistema“.
“E l’INPS mostra che la presenza di microimprese è particolarmente elevata nelle attività economiche più colpite dalla crisi: nei servizi di alloggio e di ristorazione e nelle attività artistiche, sportive e di intrattenimento“.
Oltre il Made in Italy
Il fondatore di Mama Industry sottolinea: “Più che rilanciare il Made in Italy […] bisognerebbe pensare a una nuova organizzazione, una nuova comunicazione“.
“Nuovi processi con l’inserimento anche della tecnologia, e alla finanza, cavalcando l’onda dei fondi del PNRR“.
“Non un’azione singola, ma più azioni combinate tra loro che aiutino l’imprenditore in un unico progetto trasversale capace di unire tutti i punti“.
“Vogliamo farci promotori di una grande azione di ‘democratizzazione’ per offrire in modalità capillari e pervasive la consulenza e i servizi a valore aggiunto, finora appannaggio della grandi aziende, anche alle micro e piccole imprese“.
“Grazie a una partnership significativa con il Gran Sasso Science Institute de L’Aquila abbiamo messo a punto una formula che permette di offrire ai piccoli i servizi a valore aggiunto finora disponibili solo ai grandi“.
Innanzitutto infatti Mama Industry ha creato una community di consulenti altamente specializzati raccolti sul sito www.consulentepaziente.it.
Questi professionisti si rivolgono esclusivamente a una classe di imprenditori finora dimenticata e rimasta lontana dalle tematiche dell’innovazione.
Bisognosa quindi di un approccio più paziente e sistemico.
Inoltre il progetto include finalità anche sociali come diffondere la conoscenza e affiancare a 360 gradi gli imprenditori che hanno molto merito ma non hanno metodo per fare innovazione.
Informazioni
Tutti i dettagli sul progetto Mama Industry sono disponibili sul sito ufficiale www.mamaindustry.com.
(© The Parallel Vision ⚭ _ Redazione)