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Benessere sessuale, approvate 2 mozioni per diritti di genere

Benessere sessuale, approvate 2 importanti mozioni per diritti di genere

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Michela Cicculli, Presidente della Commissione pari opportunità al Comune di Roma

L’Assemblea capitolina ha approvato 2 importanti mozioni che riguardano la salute sessualmente riproduttiva e l’autodeterminazione delle donne basate su un’adeguata informazione.

Tutto questo in linea con la Risoluzione del Parlamento europeo del 24 giugno 2021.

Le mozioni sono approdate in consiglio dopo il lavoro di approfondimento svolto all’interno della Commissione capitolina Pari Opportunità.

Le 2 mozioni approvate: maternità libera e “Tampon Box”

La prima mozione riguarda la piena applicabilità della legge 194/1978 al fine di garantire l’esercizio del diritto a una maternità informata, libera e consapevole.

Diritto che spesso viene condizionato da mancanza di informazione adeguata e da altri ostacoli di varia natura.

L’obiettivo della mozione è quello di garantire, attraverso i canali istituzionali, la diffusione di tutte le notizie utili sulle attività dei consultori e delle strutture sanitarie presenti sul territorio.

Notizie ovviamente legate all’erogazione di un servizio primario, come quello previsto dalla legge 194.   

La seconda mozione intende favorire la distribuzione dei prodotti igienico sanitari femminili come:

  • assorbenti
  • coppette mestruali

Questa seconda mozione prevede inoltre l’installazione delle cosiddette “Tampon box” a titolo gratuito nelle strutture capitoline, nei consultori, nelle scuole superiori e università.

Si chiede anche che l’amministrazione capitolina solleciti il Governo e il Parlamento a un abbattimento dell’Iva sui suddetti prodotti.

L’obiettivo è arrivare alla completa detassazione dei beni essenziali alla salute e all’igiene femminile.

Le dichiarazioni sopra elencate sono delle consigliere capitoline:

  • Flavia De Gregorio, Capogruppo al Consiglio Comunale di Roma con Azione
  • Michela Cicculli, Presidente della Commissione pari opportunità al Comune di Roma e consigliera di Sinistra Civica Ecologista

La Legge 194 del 1978

La legge 22 maggio 1978 n. 194 è la legge della Repubblica Italiana che ha disciplinato le modalità di accesso all’aborto, ovvero le “norme per la tutela sociale della maternità e sull’interruzione volontaria della gravidanza“.

La 194 consente alla donna, nei casi previsti dalla legge, di ricorrere alla IVG in una struttura pubblica (ospedale o poliambulatorio convenzionato con la Regione di appartenenza), nei primi 90 giorni di gestazione.

Tra il quarto e quinto mese è possibile ricorrere alla IVG solo per motivi di natura terapeutica.

Il prologo della legge (art. 1) recita:

Lo Stato garantisce il diritto alla procreazione cosciente e responsabile, riconosce il valore sociale della maternità e tutela la vita umana dal suo inizio“.

L’interruzione volontaria della gravidanza, di cui alla presente legge, non è mezzo per il controllo delle nascite“.

Lo Stato, le regioni e gli enti locali, nell’ambito delle proprie funzioni e competenze, promuovono e sviluppano i servizi socio-sanitari“.

Nonché altre iniziative necessarie per evitare che l’aborto sia usato ai fini della limitazione delle nascite“.

A quarant’anni dalla sua adozione, il pieno accesso all’interruzione volontaria di gravidanza come prevista dalla legge 194 del 1978 resta ancora da garantire.

-> LA LEGGE 22 MAGGIO 1978, N. 194: IL TESTO COMPLETO

The Parallel Vision ⚭ ­_ Redazione)

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