Mostre a Roma: “Donne allo specchio. Dal vuoto alla creazione”

Dal 7 al 12 novembre 2022 la Galleria Angelica in Via Sant’Agostino 11 ha aperto le porte al progetto ideato dalla pittrice Bruna Cucchiaroni e dalla scultrice Dolores Carli “Donne allo specchio: dal vuoto alla creazione”.
Curata da Oriana Picciolini, la mostra propone un viaggio tutto al femminile incentrato sulla relazione delle artiste con sé stesse, il proprio vissuto e la mancata possibilità della procreazione.
Mostre a Roma: “Donne allo specchio”
Le autrici ci accompagnano infatti tra le pieghe dell’animo umano attraverso l’arte pittorica e scultorea.
Che, abbandonando il concetto di mimesis (ovvero di una rappresentazione fedele della realtà) si fanno carico delle più profonde paure del genere umano per esorcizzarle.
E per poi trasformarle attraverso il potere dell’immaginazione.
I dati sensibili, le percezioni, le paure e le emozioni acquistano una nuova forma e si avvicinano all’immortalità grazie all’arte.
La paura del vuoto, dell’assenza e della mancata maternità mutano in una presenza creativa e produttiva: il creare a favore (procreare) diventa così creare, generare e produrre.



Fratture dove incanalare la luce
Situata al centro di Roma, proprio di fianco alla Basilica di Sant’Agostino, la Galleria Angelica si sviluppa in lunghezza.
E nel primo spazio troviamo sulla sinistra le sculture di Dolores Carli e sulla destra un polittico della pittrice Bruna Cucchiaroni.
Le sculture ci parlano di donne addolorate dalla stessa mancanza che accomuna le 2 artiste.
E che grazie al dialogo e alla psicoterapia (la Carli è anche una psicoterapeuta) sono riuscite a trovare dei pertugi, delle fratture dove incanalare la luce.
I dipinti invece ci raccontano di come la pittrice abbia sentito il bisogno di lacerare e aprire la tela più volte per scavare nelle pieghe dell’animo umano.
Alla ricerca non di una verità assoluta ma di indizi utili.
Con la consapevolezza che non esiste una meta unica.
In quanto esseri umani infatti possiamo lasciare tracce del nostro passaggio, memorie che ci contraddistinguono e rendono il nostro passato un tesoro da custodire e da cui trarre insegnamento.
Arte Roma: la costante ricerca di sé stessi
Il percorso ci porta poi al dittico pittorico “Orme“.
Una tela bianca costellata di tracce scure, una tela materica su cui abitano delle impronte che sono la memoria del nostro passaggio, della nostra presenza nel mondo.
La serie successiva, intitolata “Partitura“, ha uno sviluppo orizzontale a doppio accordo che, come una partitura musicale, è costellata da pause, contrappunti, accordi e variazioni.
Essa rappresenta l’incedere della nostra vita e la sua non linearità, le sue pause e variazioni, i suoi accordi consonanti e dissonanti.
Altre tele dell’artista si concentrano sulla materia e ricreano delle porzioni di muro consumato e grigio che rappresentano l’incedere del tempo.
Avvicinandosi, il visitatore riesce a intravederne le stratificazioni, l’operare del tempo sul prodotto umano.
Le “Finestre sull’indefinito“, infine, 2 tele nere incorniciate da uno strato rosso, sono specchi ciechi che non riflettono ma denunciano l’accanita ricerca di una propria identità.
Che l’artista non è riuscita a trovare ma che comunque ha deciso di documentare.
Questa perenne missione rimane quindi tra gli strati della tela e non raggiunge il suo scopo ultimo.
Ma ci mostra il viaggio, la traccia che l’artista ha lasciato mentre intraprendeva l’ancestrale percorso alla ricerca di sé stessa.


Il peso del passato e la poesia della vita
La mostra infine si sofferma sul peso dei modelli del passato che sempre hanno soffocato l’universo femminile.
Dolores Carli, con la sua sfera di piombo intitolata “Eredità“, dà forma a questo peso e a tutte le convenzioni che, ancora oggi, vogliono la donna interprete di ruoli già prestabiliti.
“Il dolore di non avere un figlio crea una lacerazione dei modelli del femminile… Delle madri… Delle nonne… Crea una ferita… Che deve essere ricucita”.
Questa la descrizione di “Ricucire“, opera in gesso e filo della Carli.
Le 2 artiste quindi trasformano queste ferite in una grande apertura ad altro.
E grazie all’arte incanalano la loro sensazione di vuoto verso la poesia della vita.
Per l’arte contemporanea, Roma si conferma quindi un palcoscenico costantemente ricco di novità e suggestioni che la mostra della Galleria Angelica rende ancora più interessante da esplorare e vivere.
(© The Parallel Vision ⚭ _ Silvia Torrioli)
(Foto: © Silvia Torrioli)