Roma aderisce a Rete Re.a.dy per contrastare tutte le discriminazioni

La Giunta Capitolina ha approvato la delibera che formalizza l’adesione di Roma Capitale alla Rete RE.A.DY (Rete Nazionale delle Pubbliche Amministrazioni Anti Discriminazioni basate sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere).
L’obiettivo della Rete è la collaborazione fra enti locali e altre istituzioni per individuare e diffondere culture e politiche inclusive delle differenze.
Oltre a sviluppare azioni di contrasto di ogni forma di discriminazione e violenza nei confronti delle persone LGBTQIA+.
“Politiche dell’inclusione centrali per Roma Capitale”
“Quello di oggi è un atto amministrativo, previsto dal regolamento della Rete, a cui Roma Capitale non aveva ancora dato seguito in questi anni“.
Così Monica Lucarelli, Assessora alle Pari Opportunità di Roma Capitale.
Roma conferma quindi la presa di responsabilità del Sindaco Gualtieri su queste tematiche.
Così come “dell’Amministrazione tutta nel voler portare avanti, attraverso l’Assessorato alle Pari Opportunità e l’Ufficio Diritti LGBT+, un lavoro serio e concreto che metta al centro politiche di inclusione per la comunità lgbtqia+“.
“Fare parte della Rete RE.A.DY è un passaggio importante che ci dà la possibilità di confrontarci con le tante amministrazioni locali che da anni si battono contro ogni tipo di discriminazione omolesbobitransfobica“.
“Promuovendo una cultura dell’accoglienza e del rispetto in cui le differenze sono considerate una risorsa da valorizzare” continua Lucarelli.
“Rete attiva anche nei confronti del Parlamento”
“A ottobre a Parma, insieme all’Assessora Lucarelli, sarò presente all’incontro annuale della Rete insieme ad esponenti di tante amministrazioni locali“.
Così ha dichiarato Marilena Grassadonia, Coordinatrice dell’Ufficio Diritti LGBT+.
“La condivisione di buone prassi è infatti uno degli strumenti fondamentali per rendere le nostre città luoghi sempre più inclusivi e giusti”.
“È importante sottolineare anche come la Rete si ponga come soggetto attivo per il riconoscimento dei diritti delle persone lgbt+ nei confronti del Parlamento” ha concluso Grassadonia.
“Sulla base delle numerose affermazioni contenute nelle risoluzioni e nei trattati dell’Unione Europea”.
(© The Parallel Vision ⚭ _ Redazione)