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#Intervista: Ferrazza, “Fantàsia passo avanti nella mia musica”

#Intervista: Jacopo Ferrazza, “Fantàsia è passo avanti nella mia musica”

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Jacopo Ferrazza (Foto: Federica Di Benedetto)

Si intitola “Fantàsia” il nuovo album di Jacopo Ferrazza, il contrabbassista di origini romane che rilascia l’ultimo lavoro per Teal Dreamers Factory

Dopo l’esperienza in solo di “Wood Tales“, pubblicato a febbraio 2021, Jacopo Ferrazza guida questa volta un quintetto con 2 guest come Fabrizio Bosso (tromba) e Marcello Allulli (sax).

Interpretando visioni fantastiche e oniriche, delineate dalla fusione organica di jazz moderno, musica cameristica ed elettronica.

Nelle 9 tracce che compongono “Fantàsia” si susseguono episodi immaginifici e apparentemente sconnessi, così come si presentano i sogni.

Ecco quindi ritratti gli ultimi pensieri di un soldato pochi istanti prima di cadere durante lo sbarco in Normandia (“La Course“).

Le considerazioni sulla ciclicità del tempo ispirate da Siddharta (“River Theater“).

O ancora il racconto surreale di un vortice spazio-temporale (“Blue Glow“).

Ma anche percezioni sinestetiche, viaggi interstellari e una rinascita finale, tema caro a Jacopo dopo “Rebirth” (Cam Jazz, 2017).

Oggi ho cercato di conoscere Jacopo più da vicino e soprattutto di farlo conoscere meglio a voi.


Mi racconti da dove nasce la storia artistica di Jacopo Ferrazza? 

Tutto ha avuto inizio da bambino, mentre ascoltavo musica classica, jazz e cantautori o quando osservavo mio padre suonare il basso nella mia cameretta.

Da li è stato un continuo crescendo attraverso lo studio di strumenti come la chitarra, il basso, il contrabbasso e il pianoforte e l’entrata in conservatorio a 19 anni.

“Fantàsia” è il tuo ultimo album. Mi dici come hai sviluppato l’idea e il lavoro di ricerca che hai fatto dietro al sound?

Era da tempo che desideravo realizzare un album con dei testi e una musica che mi dessero la possibilità di rappresentare un mondo surreale e onirico.

Riguardo al sound ho voluto creare un’ambientazione sonora dove suoni acustici ed elettronici convivono insieme.

In questo modo, ho avuto l’opportunità di disporre di scenografie diverse per le immagini che metto in musica.

Dove, secondo te, le canzoni di “Fantàsia” rappresentano un’evoluzione rispetto al disco precedente?

Dal punto di vista della scrittura, della ricerca timbrica e sonora, “Fantàsia” rappresenta un passo avanti rispetto ai dischi precedenti.

La scelta di scrivere per quintetto mi ha dato l’opportunità di elaborare la scrittura più a fondo.

L’uso della voce e dei testi poi mi ha aperto un mondo nuovo che non avevo esplorato in precedenza.

Nel corso del tempo com’è cambiato il tuo modo di interpretare il messaggio musicale? 

Col passare degli anni ho capito sempre di più l’importanza del pubblico e di riuscire a veicolare un messaggio ben definito nel modo più fluido possibile.

Inoltre, ho capito che la musica può trasmettere messaggi importanti ma anche sensazioni e stati d’animo che possono indurre l’ascoltatore a un’analisi profonda.

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(Foto: Federica Di Benedetto)

Hai un pubblico-tipo?

Sicuramente le persone disposte ad ascoltare!

Al di là di questo, la mia musica si riferisce ad amanti del jazz moderno, della classica contemporanea e dell’elettronica, generalmente dai 25 anni in su.

Inoltre, sui social mi seguono anche molte persone brasiliane e giapponesi.

C’è una cosa che secondo te un musicista non deve mai fare e un’altra invece che va sempre fatta?

La cosa da evitare assolutamente è quella di snobbare il pubblico o non considerarlo come parte fondamentale del nostro lavoro e della nostra missione.

Se non ci fosse una audience, noi non esisteremmo.

La cosa da fare assolutamente è continuare a studiare ed essere curiosi.

L’emergenza Covid quanto ha inciso sul tuo lavoro? 

Nel primo anno ha inciso parecchio dal punto di vista economico ma mi ha permesso di concentrarmi sulla realizzazione di nuovi progetti come “Wood Tales” (un disco in contrabbasso solo) e quest’ultimo “Fantàsia”.

Fortunatamente, dopo la prima ondata siamo riusciti a riprendere il lavoro nel live come si deve.

Dimmi di quale canzone vai al momento particolarmente fiero e perché

Non è facile scegliere ma forse “Land of time” rappresenta l’incontro ideale tra le ambientazioni sonore diverse che sto ricercando.

È un brano dove coesistono una folta scrittura e l’improvvisazione, il mondo acustico contemporaneo e l’elettronica.

Il 22 aprile suonerai al Quadraro in Jazz. Fai un invito per i tuoi fan!

Spero di vedervi in tanti per la presentazione di “Fantàsia” al CSOA Spartaco, un posto meraviglioso che riesce a trasformarsi nelle notti di Quadraro in jazz e ad attirare tantissime persone, tra cui molti giovani accomunati dalla passione e la curiosità verso la musica.

Mi descrivi Jacopo Ferrazza con un accordo e con 3 parole?

Fa maggiore #11 (Fa lidio).

Fuoco, Fiducia, Impegno.

The Parallel Vision ⚭ _ Paolo Gresta)

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