Ancora pochi giorni alla Settimana del Benessere Sessuale 2020
C’è chi ha ridotto le occasioni di incontro, chi ha evitato i baci e le effusioni. E chi invece non ha preso nessuna precauzione.
La pandemia ha indubbiamente influenzato anche la vita affettiva e sessuale degli italiani.
Così la Federazione Italiana di Sessuologia Scientifica (FISS) ricorda l’attenzione ancora scarsa in Italia verso il tema.
Anche quest’anno, la FISS lancia l’invito a richiedere colloqui e visite gratuite online o in presenza con i suoi specialisti durante la Settimana del Benessere Sessuale, che si terrà da lunedì 5 a sabato 10 ottobre, giunta alla settima edizione.
Per fissare un appuntamento basta collegarsi al sito fissonline.it e cercare sulla mappa il professionista più vicino.

“La salute sessuale non è un aspetto di serie B”
“La salute sessuale – commenta il professor Salvo Caruso, presidente della Federazione Italiana di Sessuologia Scientifica (FISS), ginecologo e associato dell’Università di Catania – non deve essere intesa come un aspetto di serie B della persona. L’esperienza del Covid-19, anzi, ci insegna come prendersi cura di sé e degli altri sia necessario per il benessere di tutti”.
La Federazione ha condotto un’indagine online per sondare i comportamenti sessuali e le tendenze in relazione alla pandemia.
Dalle risposte emerge un minor senso di sicurezza, una maggiore preoccupazione per la famiglia, il partner, la società e meno per sé stessi.
Per il campione inoltre a essere a rischio è la salute psichica più che quella fisica.
“Le molte informazioni – spiega Caruso – a volte contraddittorie ricevute durante la quarantena hanno minato la conoscenza e rischiano di attaccare la stabilità delle persone più fragili“.
“Per questo è importante non sottovalutare la salute psichica e la salute sessuale delle persone dato che contribuiscono al benessere generale“.
I dati dell’indagine
Al questionario online hanno risposto 355 persone, il 27% di sesso maschile e il 73% di sesso femminile.
Oltre il 40% è fidanzato/a, il 26% nubile/celibe, il 22% sposato e il 7% convivente.
Il livello d’istruzione è alto: il 50% dei partecipanti ha in tasca una laurea specialistica.
Più dell’80% si dichiara eterosessuale e il 7% omosessuale.
Il 16% è un professionista sanitario che lavora a contatto con persone che hanno o che possono aver contratto il Covid-19.
(© The Parallel Vision ⚭ _ Redazione)