#Intervista: Ida Stamile, nei suoi libri la potenza del Mondo
Trasformazione, cambiamento, forza: la carta del Mondo pescata dal mazzo dei Tarocchi è il simbolo della fiamma creativa di Ida Stamile, personalità poliedrica che fa della ricchezza di spirito una traccia ben riconoscibile nei suoi lavori.
Videomaker, critica musicale e cinematografica, Ida è da sempre devota anche alla letteratura (“sono una divoratrice compulsiva di libri“, dice). Nei suoi scritti infatti è in grado di riversare tutto quello che il suo immaginario magico ed esoterico partorisce, come testimoniato dal suo libro di poesie “Visioni Celate, Carte Svelate” del 2017, ma anche dalla sua costante ricerca nel campo del mistero e dell’occulto.
Oggi che sta lavorando a un nuovo progetto letterario, vi presento Ida in maniera un po’ più intima. Senza abbandonare mai quel tocco di misticismo che inevitabile trapela dai suoi occhi e dalle sue parole.

Mi racconti da dove nasce la storia letteraria di Ida?
Nasce in primis dalla mia passione per la lettura. Sono una divoratrice compulsiva di libri. È sempre stato così, sin dalla tenera età.
Tutto parte dall’infanzia, dalle favole, con quel grande universo di fantasia che esse custodivano. Ricordo ancora, all’età di soli 10 anni, quando lessi i miei primissimi libri “più impegnati” come “Orgoglio e Pregiudizio” e “Ragione e Sentimento” di Jane Austin. E in seguito tutti i libri degli scrittori e poeti della Beat Generation, da Jack Kerouac passando per gli scritti di Burroughs e Ginsberg… E la potenza contemporanea di Chuck Palahniuk…. Le “fantasmagorie” letterarie de “Il Maestro e Margherita” di Michail Bulgakov.
E ancora le parole di Anaïs Nin, i versi di Alda Merini e di Sylvia Plath. Donne che, secondo me, sono riuscite a dare un valore aggiunto notevole alla scrittura, forti delle loro esperienze e del loro coraggio.
Potrei parlare per ore del background legato alle mie letture. Credo che il primo passo verso la realizzazione di una propria “storia letteraria” parta da qui: leggere il più possibile per poi creare la propria e personale identità letteraria.
Di pari passo è nata la mia voglia di scrivere. Ho iniziato a scrivere testi e poesie da piccolissima e conservo ancora le targhe dei premi locali vinti da ragazzina.
Ricordo che facevo la prima media quando vinsi uno dei miei primi concorsi di poesia, “Il grappolo d’Oro” si chiamava se non erro, nel mio paese natio a Rionero in Vulture.
La poesia, poi, ha da sempre rappresentato per me la forza del verso che si trasforma in musica (altra mia grande passione), del verbo che cura e accompagna l’anima, penetrandola nel profondo.
Parlami delle tue attività: cosa ti piace scrivere, soprattutto?
Amo scrivere testi che raccontino sempre qualcosa di inconscio, onirico, misterioso e profondo.
Sento la necessità di esplorare, attraverso le parole, l’animo umano, le sue fragilità.
Di svelare il non detto e far cadere le maschere del tangibile, dell’ipocrisia dell’Io che spesso si nasconde nella vita di ognuno di noi.
E poi amo mescolare tutto con una forte componente magica ed esoterica, con un tocco di incognito, una pennellata arcana, non facilmente percepibile da una mente totalmente razionale.

Secondo te cosa distingue la tua scrittura da quella di altri tuoi colleghi?
Credo che ognuno abbia il suo stile, il suo modo di scrivere e di percepire l’universo circostante.
Ognuno è unico a suo modo. Forse la mia particolarità è proprio quella di sovrapporre i piani di scrittura e del vivere, fondendo conscio e inconscio, realtà e magia, poesia e prosa.
C’è un nuovo libro all’orizzonte? Dacci qualche anticipazione…
Sto scrivendo un nuovo libro, certo.
Mi ci vorrà ancora un po’ per ultimarlo, ma sono a buon punto. Senza anticipare troppo, posso dire che è un romanzo, con piccole incursioni di poesia, ambientato a Los Angeles, una città che ho vissuto in prima persona per molti mesi lo scorso anno.
È incentrato sugli “Scherzi della Mente”, come li chiamo io. Su tutte quelle patologie della mente che possono spezzare la gioia del vivere.
Ovviamente li affronterò seguendo il mio stile inconscio, senza tralasciare la componente magica, mistica ed esoterica. E ci sarà anche tanta musica e tanto rock and roll!
Da quanti anni fai questo lavoro? E da allora com’è cambiato il tuo modo di intraprendere iniziative artistiche?
Oltre che di scrittura creativa, mi occupo anche di videomaking, nonché di critica musicale e cinematografica, da più di 10 anni.
Sono attività che fortunatamente sono spesso andate di pari passo e si sono fuse sino a creare prodotti artistici sempre sorprendenti.
Negli anni sono cambiata io come persona, non tanto il mio modo di intraprendere iniziative artistiche. Non mi sono mai discostata molto dalle mie idee, sia dal punto di vista della scrittura creativa, della critica, che nella realizzazione dei video.
Ho sempre cercato di portare avanti il mio stile con forza e determinazione. Con gli anni ho sicuramente acquisito più sicurezza dei miei mezzi, delle mie capacità, anche se fondamentalmente sono una insicura di base.
Ho studiato tanto, soprattutto in ambito di filmmaking. Ho compreso infine che per andare avanti e continuare sulla strada intrapresa è necessario credere in primis in sé stessi e poi lottare per realizzare i propri sogni, nonostante tutto e tutti.

Hai un pubblico-tipo?
Credo che il mio pubblico-tipo possa essere una persona sensibile, profonda, resiliente, capace di provare empatia per l’altro e di percepire un universo mistico/esoterico oltre a quello reale.
C’è una cosa che una scrittrice non deve mai fare e un’altra invece che va sempre fatta?
Una scrittrice dovrebbe sempre essere coerente con sé stessa, con il suo animo e i suoi pensieri, pur restando umile, allontanando manie di presunzione.
L’emergenza Covid quanto ha inciso sul tuo lavoro?
Sulla mia attività di videomaker ha inciso tantissimo, soprattutto per quanto riguarda il mio lavoro video legato allo spettacolo dal vivo e alla musica live.
Dal punto di vista creativo invece, il lockdown in particolar modo mi ha quantomeno regalato il tempo per pensare, creare e scrivere.
Parlami delle iniziative che hai in mente per i prossimi mesi
Continuare ad occuparmi di musica e cinema, continuare a scrivere il mio libro fino a raggiungere la parola “fine” e riprendere a pieno regime la mia attività di videomaker, sperando che il Covid non sia ancora d’intralcio.
Dimmi un progetto artistico di cui vai particolarmente fiera
Sicuramente il mio libro di poesie “Visioni Celate, Carte Svelate” che ho pubblicato nel 2017.
È un libro che mi rappresenta molto e che, attraverso la forza dei Tarocchi e delle sue mille interpretazioni, parla dell’uomo, delle sue paure e delle sue gioie, della vita, della morte e anche della rinascita.
Sul versante video c’è invece il mio documentario “Road to Nowhere”, il racconto del mio viaggio nell’America selvaggia.
L’ho ribattezzato Roadumentary perché è un mix tra un documentario e la storia di un viaggio on the road tra amici.
Tutto è visto attraverso i miei occhi e la mia visione cinematografica un po’ sporca, rock and roll e polverosamente psichedelica. È un trip nelle diverse accezioni del termine.
Mi descriveresti il lavoro artistico di Ida Stamile con un’immagine e con 3 parole?
L’immagine è senza dubbio il Mondo dei Tarocchi, con tutta la sua forza carica di trasformazione e cambiamento. Le 3 parole sono sicuramente: Magico, Inconscio e Onirico.
(© The Parallel Vision ⚭ _ Paolo Gresta)