#Intervista: Stella Merano, “Il linguaggio della musica è universale”

15 anni e il premio “Sulle strade della musica” di Isoradio già in tasca. Oltre al Cantagiro del 2019.
Stella Merano è già più di una giovane promessa del cantautorato italiano al femminile.
Originaria di Fossato di Vico in provincia di Perugia, Stella ha inoltre ricevuto un regalo speciale dal presidente SIAE Giulio Rapetti Mogol in persona: una borsa di studio al CET di Toscolano, con il personale augurio “di non essere mai soddisfatta di ciò che hai raggiunto“.
Insomma un’autrice da tenere d’occhio e che senza dubbio ha ancora moltissimo da dire.
Mi racconti da dove nasce la storia artistica di Stella?
La mia storia artistica nasce, credo di poter dire, quando ho partecipato al “Cantagiro” (vincendolo) nel 2019.
In quell’occasione ho portato un brano scritto e composto da me, ”Beyond the clouds”, in memoria di 2 miei familiari molto stretti venuti a mancare l’anno prima.
Da lì poi ho iniziato a suonare il piano e a scrivere brani e poi ho intrapreso un percorso con la Just Hit Records, un’etichetta discografica di Terni.
Ti aspettavi di vincere il premio “Sulle strade della musica”? E cosa hai provato quando hai saputo della vittoria?
No, non mi aspettavo la vittoria e per me è stata una fortissima emozione quando mi sono resa conto del grande passo in avanti che sono riuscita a fare.
All’inizio ero proprio incredula, forse non avevo ancora realizzato, ma poi ho compreso ciò che mi stava accadendo e quanto questa esperienza sia stata bella e importante per me.
È passato quasi un anno dalla pubblicazione del tuo primo brano inedito in italiano “Al tempo dei Modà”. Quanto sei cambiata/cresciuta, da allora?
Mi sento cambiata in meglio, non solo da un punto di vista artistico.
Ho avuto una “crescita” e sto individuando anche quello che mi piace fare di più nell’ambito musicale.
E poi sono cresciuta anche da un punto di vista umano. Sento di essere più determinata e di poter riuscire a prendere da sola una decisione, che sia essa più o meno importante.
C’è anche un disco all’orizzonte? Se sì, come sarà?
Per ora personalmente non ho in programma un disco, però sto partecipando a un songwriting camp nella città di Gubbio, in cui vado a scuola e che frequento spesso.
Insieme ad altri ragazzi abbiamo fatto un corso concentrato proprio sulla scrittura delle canzoni, partendo da zero, fino alla registrazione.
Scrittura fatta con metodi alternativi: ad esempio prendendo ritagli di giornale come facevano i dadaisti siamo riusciti a creare un album che varia in quasi tutti i generi musicali.
La data dell’uscita ancora non è confermata, però è nato un disco vario e che in un certo modo racconta le storie di tutti i componenti, tra cui anche la mia.

Nel corso del tempo com’è cambiato il tuo modo di interpretare il messaggio musicale?
All’inizio il mio messaggio era semplicemente dimostrare che avevo imparato una canzone e far sentire a chi mi ascoltava quanto mi piacesse cantarla.
Ovviamente questi pensieri erano di una “me” molto bambina, che però con il tempo è cresciuta.
E il messaggio che ora interpreto nel linguaggio della musica è quello universale.
Voglio riuscire a trasmettere alle persone che mi ascoltano tutte le emozioni che io provo nel momento in cui canto qualsiasi canzone.
Hai un pubblico-tipo?
No, non ho un pubblico-tipo.
Se al mio pubblico piace quello che esprimo e piace ascoltare la mia musica, io non posso che esserne felice.
C’è una cosa che secondo te una musicista non deve mai fare e un’altra invece che va sempre fatta?
Secondo me una cosa che un musicista non deve mai fare è giudicare negativamente altri musicisti e inoltre stare con i piedi per terra, evitando di montarsi la testa.
Una cosa che va sempre fatta è riuscire a “trasmettere”, essere empatici.
Secondo te esiste una questione femminile nel mondo della musica italiana?
Le donne sono state sempre ritenute, in molti ambiti della vita, inferiori rispetto agli uomini.
E sì, forse anche nella musica, specialmente nel mondo musicale italiano, le donne sono discriminate, per ciò che indossano.
Un esempio molto recente è stato il giudizio, sessista a mio parere, di un giornalista nei confronti dell’outfit della cantante Emma in questo Sanremo 2022.
Giudicandola con delle “gambe importanti” ha detto che non poteva permettersi gli abiti che indossava.
E giustamente lei gli ha risposto duramente.
L’emergenza Covid quanto ha inciso sul tuo lavoro?
L’emergenza Covid (e il lockdown) inizialmente mi ha buttata giù, emotivamente e artisticamente.
Infatti non sono riuscita a comporre niente nel primo periodo ed ero abbandonata a me stessa.
Però poi, capendo che la situazione sarebbe andata avanti per tanto tempo, ho deciso di usare la mia debolezza come punto di forza.
Ho quindi ripreso a scrivere, ho preso lezioni online e ho portato avanti l’unica cosa che – ho scoperto poi – mi avrebbe fatto stare bene: i miei progetti musicali.
Parlami delle iniziative che hai in mente per i prossimi mesi
Per i prossimi mesi penso di continuare a scrivere e a frequentare la scuola di musica in cui sto andando adesso.
Mi piacerebbe valutare un’eventuale esperienza al conservatorio o presso un’accademia di musica di Roma.
Sarò anche molto felice di poter partecipare al corso al CET del Maestro Mogol, grandissimo regalo ricevuto da lui al termine della premiazione di “Sulle strade della Musica” presso Casa SIAE a Sanremo lo scorso 5 febbraio.
Dimmi di quale canzone vai al momento particolarmente fiera e perché
Non penso di andare fiera di una mia canzone in particolare.
Sono sempre stata molto dura verso me stessa, molto autocritica, ma anche molto umile.
Posso dire che il mio ultimo brano “Contare fino a tre” è piaciuto molto a Rai Isoradio e agli ascoltatori, che lo hanno apprezzato magari mentre erano in viaggio in auto.
Mi descrivi Stella Merano con un accordo e con 3 parole?
Stella Merano sarebbe un accordo complicato e strano, tipo un Ab maj 7 (La bemolle major 7).
Stella Merano è ARIA, è un MARE…. E una penna.
(© The Parallel Vision ⚭ _ Paolo Gresta)
(Foto: © Elena Rebeca Carini)