È stata la serata dei sospiri, ieri sera, a Villa Ada. Di pianoforte, tromba, violino. Di pezzi acustici a dir poco commoventi. Ma soprattutto, è stata la serata degli Afterhours, in un’inedita formazione in trio che ha donato al numeroso pubblico presente una notte da brividi.Lo spettacolo offerto da Manuel Agnelli (chitarra, pianoforte e voce) assieme a Rodrigo D’Erasmo (violino, pianoforte e voce) e Xabier Irondo (chitarra, tromba, Mahai Metak e taisho koto) è stato intenso e toccante, non c’è stato nulla di banale nelle quasi due ore di concerto che il trio ha tenuto sul palco romano.
Atmosfere tenui e intime, il gruppo raccolto assieme alla sua gente in un rispetto religioso totale. “Sorprendente“, come lo stesso Agnelli ammette durante lo spettacolo.
Un’esibizione che ha incastrato assieme tante piccole gemme preziose, dalle improvvisazioni deliranti e dissonanti tra piano, chitarra elettrica e violino elettrico alla lettura di splendide poesie, in italiano e in inglese, fino agli innesti elettronici ai limiti dell’Industrial che Xabier Irondo ha offerto tra una canzone e l’altra.
Già. Le canzoni. Non una semplice scaletta, ma un vero rituale in chiave acustica che Agnelli ha deciso di stillare goccia dopo goccia sui tanti ragazzi accorsi a Villa Ada.
C’è “Male di miele“, allora. “Bianca“. “Quello che non c’è“. Una “Strategie” che strappa via il cuore dal petto. “Padania“.
Tutto meravigliosamente acustico, pulito, con innesti di violino e chitarra elettrica.
E in cima, la voce di Agnelli che dopo quasi 30 anni di carriera risuona granitica e lacerante, ancora densa dei toni scuri e delle lucenti inquietudini che l’hanno resa unica.
C’è tempo anche per ascoltare un “Notturno” di Chopin suonato al pianoforte dal cantante e ammutolirsi durante la lettura di uno scritto di Salvatore Borsellino, fratello di Paolo, per ricordare la strage di Via D’Amelio del 19 luglio 1992.
La chiusura di questa notte meravigliosa è affidata a “Voglio una pelle splendida“.
Poi Agnelli, D’Erasmo e Irondo si abbracciano, si inchinano assieme e salutano un pubblico gonfio di emozioni, commosso, che vorrebbe piantarsi lì sul prato del parco e non mollare più questa sorta di Afterhours in miniatura, ma capaci di regalare a Villa Ada uno dei concerti più toccanti e intensi di tutta l’Estate Romana.
(© The Parallel Vision ⚭ _ Paolo Gresta)